di Giada Magnani
Argenta. La notte del 15 maggio di 76 anni fa Albino Vanin, all’epoca carabiniere in forza alla stazione dell’Arma di Filo, perse la vita in un conflitto a fuoco. Aveva 21 anni, morì sprezzante del pericolo nell’adempimento del proprio dovere. Da allora in sua memoria si sono contate molte iniziative.
In primis la decorazione con la medaglia d’argento al valor militare. Poi la stele eretta, e manutentata, a spese dalla sezione argentana dell’associazione carabinieri in servizio e congedo, posta sul luogo dell’attentato, in via Oca Pisana, all’altezza dell’attuale Ponte del Cippo. Dove, ogni anno, la ricorrenza viene celebrata con la posa di corone di fiori ed alloro da parte di esponenti di rango della Benemerita e delle istituzioni.
Un altro esempio è Copparo, dove la caserma dell’Arma porta il nome del giovane militare. Una menzione questa che verrà emulato entro l’anno a Zero Branco. Mentre sempre in provincia di Treviso, a Spresiano Villorba (paese d’origine del Vanin) la sede dell’associazione nazionale carabinieri del posto è stata a lui dedicata.
Da qui la proposta di Gianni Stirpe, della Lega, affinché anche Argenta, comune dove Vanin sacrificò la propria esistenza, proceda in tal senso: ricordare cioè il suo eroico gesto, intitolandogli una via, strada, piazza, parco, scuola, edificio, parcheggio o altro luogo pubblico. A questo scopo sarebbe stata individuata una zona a fianco del Palasport Don Minzoni. Si tratta di un’area, ancora senza denominazione, adibita alla sosta delle auto, ma che funge anche da punto di evacuazione ed ammassamento della popolazione in casi di calamità naturali.
Quella tragica notte Albino Vanin fu comandato, insieme ad un collega, Augusto Schiavon, ad appostarsi nelle vicinanze di un fondo agricolo, nel tentativo di arrestare due banditi che avrebbero dovuto recuperare un bottino. Lo avevano nascosto la sera prima in un campo di grano, dopo aver messo a segno un furto a casa di contadini. Ma si scatenò una sparatoria in cui i ladri colpirono a morte il Vanin.
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