Attualità
3 Aprile 2020
Salgono a 15.932 i casi positivi in regione, 599 in più. Il commissario regionale al capo della Protezione civile: "Non abbiamo bisogno di preoccuparci di più"

Fase due, Venturi contro Borrelli: “Inaccettabili opinioni da bar”

di Redazione | 6 min

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È stata fissata per il 27 maggio l'udienza predibattimentale del processo per omissione di soccorso a carico di Alberto Dallari, il 69enne medico (oggi in pensione) di Reggio Emilia, che aveva preso in cura domiciliare Mauro Gallerani, 68enne di Corporeno colpito dal Covid-19 e poi deceduto dopo un mese di ricovero ospedaliero

Il primo maggio saremo ancora chiusi in casa? Il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, ne è praticamente certo: “Dobbiamo aspettarci di essere a casa ancora per molte settimane, anche il primo maggio; la fase 2 potrebbe essere dal 16 maggio ma non voglio dare date certe” ha detto venerdì mattina a Radio capital. Una dichiarazione che ha fatto alzare la voce – e succede davvero raramente – al commissario regionale per l’emergenza Coronavirus Sergio Venturi.

“È inaccettabile che un esponente del governo si lasci andare a opinioni in libertà su quando finirà l’emergenza” sbotta Venturi che bolla questo “exploit” come una “opinione da bar che mortifica i cittadini e mina la stima nel governo: non abbiamo bisogno di preoccuparci di più rispetto a quanto lo siamo già, soprattutto perché non avete alcun argomento da spendere per fare ancora paura alle persone”.

L’attacco è evidentemente diretto al capo della Protezione civile: “In una fase così dura e delicata, in regioni così devastate dall’epidemia, dover fare i conti con il fuoco amico non è opportuno. Bisogna parlare con una sola voce, darsi una linea sulla base delle evidenze scientifiche e confrontarsi con le Regioni perché non è possibile tutti i giorni dover parare delle uscite che non hanno né capo né coda”.

La Regione ha un suo piano di battaglia: “La volontà politica è cercare di fare in modo che dove è possibile, facendo anche delle differenze all’interno della regione, il tessuto produttivo possa riaprire qualora ci siano le condizioni. Stiamo già lavorando con le imprese per stabilire quali garanzie di sicurezza abbiano lavoratori e fabbriche per poter riaprire ma non le diciamo quando ancora abbiamo in corso una valutazione“.

Una lezione di prudenza dopo la consueta analisi dei numeri – che registrano un “saldo negativo di ricoveri di 29 persone perché si riducono i casi gravi quindi ci sono più posti letto negli ospedali, a dimostrazione che siamo sulla strada giusta” – e un appello a evitare i test sierologici fai da te perché “per gli asintomatici non serve a nulla, se si presenta sintomi è meglio chiamare”.

Salgono a 15.932 i casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 599 in più rispetto a ieri; 63.682 i test effettuati, 3.625 in più. Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, venerdì 3 aprile, sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Complessivamente, sono 6.952 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (312 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono 364, 2 in meno rispetto a ieri. E si sono registrati 29 ricoverati in meno anche nei reparti non di terapia intensiva (3.915 oggi rispetto ai 3.944 che si contavano ieri). I decessi sono purtroppo passati da 1.811 a 1.902: 91 in più, quindi, di cui 62 uomini e 29 donne.

Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.852 (189 in più rispetto a ieri), 1.293 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 559 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 18 residenti nella provincia di Piacenza, 9 in quella di Parma, 14 in quella di Reggio Emilia, 9 in quella di Modena, 31 in quella di Bologna (nessuno in territorio imolese), 3 in quella di Ferrara (purtroppo se ne è aggiunto un altro portando la conta a 4), 2 nella provincia di Forlì-Cesena (nessuno nel forlivese), 4 in quella di Rimini. Nessun decesso si è verificato in provincia di Ravenna. Un solo decesso si riferisce a un residente fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.811 (46 in più rispetto a ieri), Parma 2.083 (34 in più), Reggio Emilia 2.800 (135 in più), Modena 2.498 (82 in più), Bologna 2.041 (99 in più), Imola 298 (15 in più), Ferrara 368 (27 in più), Ravenna 656 (29 in più), Forlì-Cesena 866 (di cui 447 a Forlì, 63 in più rispetto a ieri, e 419 a Cesena, 14 in più), Rimini 1.511 (55 in più).

Posti letto aggiuntivi. I posti letto passano complessivamente dai 5.078 di ieri ai 5.118 di oggi (+40), tra ordinari (4.558, +28) e di terapia intensiva (560, +12). Nel dettaglio: 264 a Ferrara (38 terapia intensiva).

La rete ospedaliera in aiuto al piacentino. A più di un mese dall’inizio dell’epidemia, l’area più critica continua a rimanere quella dell’Emilia-nord, in particolare della provincia di Piacenza. Gli ospedali di Piacenza e Castel San Giovanni sono quelli che, fin dai primi giorni, hanno registrato livelli di saturazione massimi. Per supportare questo territorio, già dai primi giorni di marzo, altri ospedali della regione hanno accolto più di 100 pazienti provenienti dalle terapie intensive della provincia di Piacenza.

I pazienti sono stati accolti prevalentemente nei territori meno colpiti (Bologna, Ferrara e la Romagna, ad esclusione di Rimini). Anche oggi 5 pazienti di terapia intensiva sono usciti da Piacenza con destinazione Ospedale Maggiore e Bentivoglio di Bologna, Cona di Ferrara, Policlinico di Modena e Ospedale di Cesena.

Da oggi è stato avviato un ulteriore percorso dedicato ai pazienti attualmente in terapia sub-intensiva ma a rischio di aggravamento. Questo consente di trasferire un maggior numero di pazienti e, soprattutto, di effettuare il trasporto in condizioni meno critiche (si tratta di pazienti non intubati). Il sistema di trasferimento prevede una valutazione clinica dei pazienti condivisa dai professionisti di Piacenza con il “Coordinamento regionale insufficienza respiratoria acuta Covid-19”. La valutazione tiene conto sia del rischio di aggravamento, e quindi dell’eventuale necessità di assistenza intensiva, che della possibilità per il paziente di affrontare il trasferimento. Oggi sono stati effettuati 15 trasferimenti da Piacenza verso gli ospedali di tutta la regione (Modena, Bologna, Ferrara e Cesena). Almeno 10 sono in programma per la giornata di sabato 4 aprile. Successivamente sarà effettuata una rivalutazione del fabbisogno e pianificata l’attività per la prossima settimana.

Nuovi dispositivi di protezione individuale e materiale medico. 291.600 mascherine chirurgiche45.000 mascherine ffp2 e 126.000 monovelo Montrasio180 tute di protezione83 sistemi di aspirazione monouso a circolo chiuso e 40 monitor multi-parametrico da trasporto con possibilità di defibrillazione. Questo è il bilancio di quanto il Dipartimento nazionale di protezione civile ha fatto pervenire, fra stanotte e stamattina, all’Agenzia regionale di Protezione civile.

Drive through / transit point. Sono 6 le strutture realizzate con mezzi e attrezzature dell’Agenzia e il lavoro dei volontari: a Reggio Emilia, Guastalla, Castelnuovo Monti (RE), Cesena e Forlì, a cui si aggiunge Bagno di Romagna. Si è infatti concluso l’allestimento, da parte dei volontari di ANA-RER, di un “transit-point” finalizzato all’esecuzione di tamponi per la verifica della guarigione, da parte del Dipartimento di Sanità Pubblica, Ambito di Cesena, presso il parcheggio di servizio della scuola secondaria “Manara Valgimigli” di Bagno di Romagna.

Volontari all’opera. Sono stati 831 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati giovedì 2 aprile; dall’inizio dell’emergenza, si contano 11.336 giornate. Le principali attività riguardano il supporto alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze, trasporto campioni e consegna farmaci (Cri e Anpas, totale 260), il supporto ai Comuni per le varie attività di assistenza alla popolazione (oltre 400, con un assai rilevante apporto degli scout Agesci: totale 453), la disinfezione e sanificazione dei mezzi di soccorso (a Parma e Piacenza).

Le FEderGev (Guardie Ecologiche o Ambientali) ha provveduto al montaggio di due grandi tende davanti alla Stazione di Bologna, per lo svolgimento di attività di monitoraggio sanitario del personale ferroviario.

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