Economia e Lavoro
4 Aprile 2020
Musacci (Fipe): “Non è la soluzione definitiva, ma assume un valore importante per i nostri ristoratori perché si sentono utili, vitali”

Sessanta aziende resistono con la consegna a domicilio

di Redazione | 1 min

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Matteo Musacci

Al momento sono complessivamente una sessantina circa le attività, nel campo della ristorazione e della gastronomia, tra Ferrara e provincia pronte a fare le consegne nelle case dei clienti. Una lista peraltro in continuo aggiornamento.

Ascom e Fipe Confcommercio hanno pensato di dare visibilità sul sito dell’associazione a quanti si sono attrezzati in questa direzione: bar, ristoranti e pizzerie, gelaterie che proprio in queste ore hanno visto il protrarsi delle misure precauzionali fino a Pasquetta e, dunque, hanno pensato bene di muoversi nelle consegne a domicilio, con un modello di business alternativo.

“Certamente il delivery non è la soluzione definitiva – spiega Matteo Musacci presidente provinciale di Fipe Confcommercio – rispetto alla situazione complessa che sta vivendo da alcuni mesi il comparto della ristorazione. Ma assume un valore importante per i nostri ristoratori perché si sentono utili, vitali rispetto alla comunità rispondendo in questo senso in pieno alla tradizionale e fondamentale funzione sociale dei Pubblici Esercizi. Inoltre la consegna a domicilio è anche un modo ovviamente per tamponare i costi fissi (acqua, luce gas) che comunque i ristoratori hanno”, conclude Musacci.

Una vetrina “che riteniamo importante – chiarisce Davide Urban, direttore di Ascom Confcommercio Ferrara – ed in continuo aggiornamento. Un servizio per dire alla città ed al territorio che noi ci siamo”.

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