Politica
3 Aprile 2020
I dem chiedono di ampliare le categorie da sostenere in collaborazione con il Terzo Settore, ecco come

Pd: “Garanzie sui buoni spesa e fondo di solidarietà”

di Redazione | 3 min

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Un tavolo di coordinamento con il Terzo Settore per individuare in modo più puntuale i nuclei famigliari in stato di bisogno. È quanto richiesto dal Pd per far fronte all’emergenza alimentare attraverso i buoni spesa, per i quali sono stati messi a disposizione del Comune di Ferrara circa 700mila euro.

“Condividiamo le parole del sindaco Fabbri quando invita chi non ha mai chiesto aiuto a non vergognarsi in un momento contingente di difficoltà, così come condividiamo il riferimento: ‘ai professionisti e agli imprenditori che hanno dovuto interrompere le attività e alle famiglie con bambini che si trovano in un momento difficile’, come categorie da sostenere” premette la segreteria unione comunale Pd che torna a chiedere la costituzione del tavolo di coordinamento.

“Ci sono famiglie che sopravvivono grazie al reddito di lavori part time, saltuari o intermittenti o più generalmente al di fuori di normative specifiche – ricordano i dem -; famiglie che vivendo ai margini della società o non sono informate sulla possibilità di usufruire di questi contributi; redditi forse integrati con percentuale minima di sostegno pubblico che ad oggi rimane l’unica entrata assolutamente insufficiente a soddisfare il fabbisogno alimentare; famiglie che già fruivano del sostegno alimentare delle tante realtà del volontariato attive sul territorio che, se prima era sufficiente ad integrare le entrate benché minime di lavoretti saltuari, oggi risulta non più sufficiente per garantire il minimo sostentamento alimentare”.

“Dare risposte a coloro che fino a ieri erano parte della forza economica della città e ora hanno bisogno di un sostegno alimentare, non consente di dare ordini di priorità che non siano legati esclusivamente a tale bisogno e in proporzione al numero dei componenti del nucleo famigliare” per questo il Pd chiede “garanzie che i requisiti richiesti nella nota del sindaco siano equivalenti e non in ordine di priorità per cittadinanza, per non escludere o mettere in secondo piano chi, provenendo da altri paesi, contribuisce al tessuto economico della città ma soprattutto ha scelto Ferrara per sviluppare il proprio estro creativo e imprenditoriale e di viverci con la propria famiglia”.

Tra le azioni che i Comuni sono chiamati a mettere in campo per fronteggiare l’emergenza sanitaria c’è anche l’autorizzazione all’apertura di appositi conti correnti bancari presso il proprio tesoriere o C/C postali dove far confluire le donazioni, per le quali sono previsti incentivi fiscali.

È quello che aveva anticipato nei giorni scorsi il sindaco di Milano Beppe Sala lanciando un Fondo di Mutuo Soccorso: fondi comunali (inizialmente 3 milioni di euro) aperto alla partecipazione economica di singoli cittadini e imprese, con la possibilità di accedere ai benefici fiscali per queste erogazioni liberali.

“Un fondo che, nell’ambito della progettazione concertata con forze sociali, produttive e del terzo settore, si potrebbe attivare anche a Ferrara – rimarcano i dem -, per gestire servizi e fornire contributi diretti e indiretti alle fasce più deboli della popolazione colpite dal rallentamento dell’economia: ai disoccupati a causa della crisi Covid-19, ai dipendenti a tempo determinato cui non è stato rinnovato il contratto, ai precari, ai lavoratori autonomi in crisi”.

Una richiesta formalizzata dai consiglieri Aldo Modonesi e Francesco Colaiacovo in una interpellanza rivolta al sindaco.

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