Spal
2 Aprile 2020
I biancazzurri non si sono ancora espressi pubblicamente sulle loro posizioni. In modo diverso si sono mosse le altre società che stanno lottando per la salvezza

Dibattito sulla ripresa della Serie A: la Spal sceglie la via del silenzio

di Redazione | 3 min

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(foto di Alessandro Castaldi)

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Nell’infinito dibattito che sta tenendo in scacco i venti club di Serie A, tra chi si professa favorevole e chi invece contrario a far ripartire il campionato una volta cessata l’emergenza Coronavirus, la Spal ha scelto di tacere, decidendo di percorrere la diplomatica strada del silenzio di facciata.

In queste settimane di stop forzato infatti, in cui il discorso negli uffici si è guadagnato la precedenza sul calcio giocato, i vertici societari dei biancazzurri – da Mattioli ai Colombarini, passando per il digì Gazzoli e il diesse Vagnati – hanno preferito mantenere un profilo basso senza esplicitare all’opinione pubblica la loro posizione nella discussione che sta infiammando il momento, spinti molto probabilmente dalla volontà di non sbilanciarsi e far conoscere apertamente le proprie opinioni ai mass media.

Se l’aver optato per questa linea comunicativa si rivelerà scelta saggia o meno, solo il tempo e le decisioni che verranno prese lo diranno, anche se questo non toglie i possibili effetti benefici che potrebbero derivare dal far sentire la propria voce e le proprie richieste, sia a livello nazionale, per far capire e rassicurare che la Spal è presente e vigile, che a livello locale, con una tifoseria che, attraverso il mondo social, si sta sta interrogando a gran voce su quale sia il reale ed effettivo punto di vista della dirigenza estense.

A maggior ragione, se si ci si appresta a paragonare l’atteggiamento dei ferraresi con le ultime decise dichiarazioni rilasciate dai presidenti delle altre squadre che lottano in zona retrocessione, a partire da quelle di Saverio Sticchi Damiani – numero uno del Lecce – che, deciso a riprendere a giocare, ha sottolineato come sia “ovvio” che la sua squadra non possa venire condannata ad “andare in B, perché ci manca uno scontro diretto con il Genoa, stavamo facendo un grande campionato e nel girone di ritorno siamo a metà classifica”.

E proprio a proposito di Genoa, stessa forte presa di posizione anche per Enrico Preziosi che, a differenza del suo collega salentino, ha invece voluto precisare ancora una volta come non sia possibile poter “trovare il senso nel portare a termine questa stranissima stagione” dato che “non si sa quanto valga la pena  il tentativo di finirlo, considerando che la durata standard, ovvero quella estiva, è già troppo lunga”.

Infine, a più riprese, anche Massimo Cellino – presidente del Brescia – si è fatto uno dei maggiori rappresentanti e portavoce del fronte relativo all’annullamento del campionato, con diverse dichiarazioni nell’ultimo mese che hanno fatto intendere come i lombardi non siano intenzionati a scendere nuovamente in campo, a tal punto da affermare con decisione come “la chiusura del calcio è indispensabile e la stagione è andata”, nella speranza di “giocare la prossima stagione” che “sarebbe già una bella cosa”.

Intanto, per cercare di fare maggiore chiarezza e trovare e una soluzione che possa soddisfare le richieste di tutte le società, nella giornata di venerdì 3 aprile, è stata convocata d’urgenza un’assemblea della Lega Serie A, in cui sarà previsto un aggiornamento sugli scenari del calendario per concludere la stagione calcistica. In più, sempre nella stessa data, è stato fissato il secondo round dell’incontro fra Lega e AssoCalciatori per trovare un accordo sugli stipendi dei calciatori, altro tema caldo sul tavolo degli addetti ai lavori.

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