Leggo in diverse occasioni riflessioni e proposte relative a come gestire la ripartenza dell’economia, quali forze sarà opportuno mettere in campo, quante risorse saranno necessarie.
Io credo tuttavia che non bisogna farsi ammaliare dal desiderio di vedere la luce in fondo al tunnel, di iniziare a disegnare un futuro che nessuno oggi sa né quando potrà realizzarsi, né in quali condizioni ci vedrà operare. E’ più che mai importante, in questo momento, restare concentrati sul QUI e ORA, sulle attuali incertezze che minano l’esistenza stessa delle attività economiche, sui loro fabbisogni primari, ed impegnarsi per trovare tutti insieme delle risposte.
Come imprenditore so di essere nell’ora più buia della nostra economia, e non trovo conforto nel sentire da chi ha più esperienza di me che è così, che non si è mai visto nulla di simile. In questo inedito scenario, privo di prospettive attendibili per i prossimi mesi, il nostro impegno deve essere focalizzato nel preservare i patrimoni attuali delle nostre imprese, tanto umani quanto economici.
Larga parte delle misure ad oggi adottate per le imprese non solo sono insufficienti, ma inadeguate. I rinvii dei pagamenti dovuti alle banche ed al fisco sono un palliativo, spostano in avanti debiti che rimangono inalterati (nel migliore dei casi) e che dovranno essere onorati in un futuro alquanto vicino da imprese probabilmente più fragili di prima.
Il credito di imposta per chi deve pagare l’affitto del locale in cui opera offre ad una esigua platea di beneficiari soldi “virtuali” per far fronte a pagamenti che dovranno essere fatti con soldi reali. I miliardi di Euro di liquidità immessi dalla BCE potranno facilitare le aziende nel fare…ulteriori debiti.
Siamo sicuri che sia questa la cura? Nuovi debiti per onorare impegni che in condizioni normali le imprese avrebbero tranquillamente onorato con i propri incassi? Non è questa la liquidità di cui abbiamo bisogno. Infine, le tante piccole e piccolissime imprese valgono ben più dei 600 Euro a loro destinati – gli unici soldi veri al momento pervisti per gli imprenditori, un importo inferiore in molti casi sia al reddito di cittadinanza sia all’assegno di cassa integrazione.
Troppo c’è ancora da chiedere ed ottenere perché sia giunto il momento di pensare al futuro. Oggi il nostro impegno è nell’assistere le imprese per affrontare questa crisi e nel portare la loro voce a chi deve prendere decisioni che incideranno sul loro futuro – e forse sul destino dell’Italia. Il futuro delle nostre imprese passa per il presente. Il presente è QUI, ORA.
Il Presidente Confesercenti Nicola Scolamacchia