Attualità
27 Marzo 2020
Il dg del Sant'Anna: “Grave ignoranza rispetto a talune dichiarazioni”

Covid-19. Carradori risponde secco all’attacco di Nursing Up

di Redazione | 4 min

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Tiziano Carradori, direttore dell’azienda ospedaliera

“Stupisce la genericità di certe affermazioni messe in atto soprattutto da una sigla sindacale. E ancora più grave l’ignoranza rispetto a talune dichiarazioni, quando queste ultime sono state precedute dalla ricorrente, e pubblica disponibilità, di informazioni che consentono una fedele ricostruzione della realtà dei fatti”. Non si fa attendere la secca e puntuale replica del dg dell’azienda ospedaliera Tiziano Carradori all’attacco di Francesca Batani, segretaria regionale del sindacato degli infermieri Nursing Up, legate alla gestione dell’emergenza Covid-19.

La prima confutazione rispetto alle affermazioni del sindacato riguarda l’asserita impossibilità di conoscere il numero del personale contagiato presso l’Ospedale di Cona. “Abbiamo aperto un’intera sezione Intranet, dedicata ai dipendenti e continuamente aggiornata, nella quale chiunque può avere accesso a questo tipo di informazione – afferma il dg del Sant’Anna -. E a molte altre: come la situazione dei posti letto nei reparti Covid, il piano delle assunzioni in azienda, le istruzioni e i video tutorial per il corretto uso dei Dpi, ecc. E soprattutto il Piano aziendale per la gestione dell’emergenza, che contiene tutte le misure messe in atto da questa direzione, e il loro aggiornamento nel tempo, per fronteggiare l’attuale situazione”.

“In questo spazio, in relazione ad un’altra dichiarazione non veritiera – continua Carradori -, si può trovare anche una sezione che contiene un documento (“Misure preventive ai fini del contenimento della diffusione verticale e orizzontale e proposta di Screening Covid-19 in operatori sanitari”) nel quale si fa riferimento alle azioni che questa Azienda sta compiendo sul tema della misure preventive. Se lo si sfoglia si potrà notare che il Sant’Anna compie due azioni aggiuntive rispetto alle indicazioni regionali: lo screening tampone agli operatori sanitari plurisintomatici (al fine di mantenere un livello di sicurezza in aree Covid free e di potere intervenire quanto più velocemente possibile nella prevenzione della diffusione orizzontale) e lo screening periodico (ogni 15 giorni) con tampone a tutti gli operatori sanitari in aree Covid o sospetto Covid”.

Rimanendo in tema tamponi, Carradori spiega che “grazie alla strumentazione donata dagli ordini professionali della provincia, già dal 25 marzo stiamo eseguendo presso il nostro laboratorio tali determinazioni per i ricoveri sospetti Covid e i dipendenti. Dal 9 aprile – afferma inoltre – entrerà in funzione una nuova macchina, acquisita dall’Azienda, attraverso la quale saremo in grado di rispondere (al netto di razionamenti delle forniture delle ditte produttrici) alle esigenze di tutta la popolazione della provincia di Ferrara”.

C’è poi la questione della mensa – che “esiste da lungo tempo nello stabilimento di Cona” – e soprattutto la richiesta di “riattivare la mensa di reparto” che Carradori liquida quasi con sdegno: “Colpisce la disinvoltura con cui si sottovalutano gli aspetti di sicurezza della stessa, lasciandone prevalere in tal modo solo il suo lato meramente rivendicativo. La necessità di prevedere misure a sostegno degli operatori anche sotto tale versante non viene certo rifiutata da questa Azienda ma ha necessità di un po’ più di tempo rispetto alla sola enunciazione sulla stampa”.

“Quanto poi al tema degli alloggi per i dipendenti – aggiunge il direttore generale -, non è questione di primogenitura ma è un fatto che da lunedì della prossima settimana questa azienda ha la disponibilità, resa a titolo gratuito per il personale, di 9 delle stanze della foresteria posta all’interno dello stabilimento ospedaliero, opzione che per essere sancita contrattualmente ha richiesto qualche tempo di preparazione. Attraverso tale strumento questa Azienda intende supportare le persone che stanno operando per suo conto nel contrasto alla Covid (dipendenti, convenzionati, libero professionisti) per facilitare od alleviare situazioni di difficoltà in cui possono venire a trovarsi per diversi motivi – da quelli di protezione sanitaria propria o dei famigliari a quelli puramente logistici e in attesa di trovare una propria abitazione – secondo i parametri di dettaglio meglio esposti in uno specifico documento. Documento che verrà, come di consueto, reso pubblico sul sito aziendale oltreché inviato alle organizzazioni sindacali per informativa. Tale disponibilità potrà essere ulteriormente ampliata in base alle risultanze della richiesta che la direzione ha avanzato alla protezione civile della provincia”.

Rimane, infine, la questione del contratto. “Sfugge – afferma Carradori – la motivazione per cui un accordo che prevede tre alternanze di turno in un mese di lavoro per riconoscere l’indennità notturna, accordo del ‘famoso art. 86’, sia peggiore di un accordo finora vigente che prevede quale criterio soglia per il riconoscimento della stessa indennità la presenza di cinque alternanze di turno nello stesso periodo lavorativo”.

“Confido che certe dichiarazioni, soprattutto quando queste sono rilasciate ai mass media, vengano quanto meno prima verificate – conclude il dg del Sant’Anna -. È auspicabile che per poter aiutare a meglio risolvere i problemi che certamente non mancano, e soprattutto in una situazione come quella che stiamo vivendo, che gli stessi vengano almeno definiti con chiarezza ed onestà, evitando che nella loro esposizione prevalga esclusivamente un atteggiamento da mosca cocchiera o, ancor peggio, una finalità di mera propaganda”.

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