E’ inevitabile che tra le persone più a rischio di contrarre il coronavirus vi siano gli operatori della sanità, in particolare degli ospedali. L’ospedale di Cona non fa eccezione, dato che da oggi vi sono 6 operatori, in sorveglianza domiciliare, con la modalità del contatto telefonico che devono effettuare due volte al giorno, mentre una situazione più preoccupante è stata individuata a Medicina Universitaria e ha costretto l’ospedale a mettere in casa, in isolamento, una decina di operatori tra oss, infermieri e medici, alcuni con sintomatologie compatibili con il Coronavirus.
A questi ultimi, dato hanno avuto contatti con una persona positiva al coronavirus, l’Azienda ospedaliera ha deciso di effettuare i tamponi, procedura che verrà estesa anche a tutto il personale della Medicina Universitaria, cioé a due unità operative (Medicina Interna Universitaria e Clinica Medica), in via precauzionale.
La decisione di effettuare i tamponi a tutto il personale sanitari di Medicina Universitaria è stata assunta in deroga alle disposizioni, per escludere che qualche operatore possa essere stato contagiato e che vi sia qualche asintomatico.
Si tratta di situazioni che inevitabilmente stanno creando una certa apprensione, ma che l’azienda ospedaliera sta cercando di gestire attivando tutte le procedure e andando anche oltre, tenendo presente inoltre che, in base alle direttive (contro le quali i sindacati stanno effettuando una battaglia) gli operatori sanitari che hanno avuto contatti con pazienti positivi ma non manifestano sintomi sarebbero tenuti a presentarsi comunque sul posto di lavoro.
E’ probabile che, alla luce del focolaio individuato a Medicina Univesitaria, l’Azienda ospedaliera debba ‘rimodellare’ nuovamente l’ospedale di Cona tenendo conto della situazione.
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