Attualità
28 Gennaio 2020
E' stata ritirata dal nipote del deportato ferrarese nei lager nazisti. Il prefetto: "Non abbassiamo mai la guardia davanti all’antisemitismo, alla violenza e al fascismo"

Giorno della memoria, medaglia d’onore del Presidente della Repubblica a Giuseppe Marzola

di Redazione | 3 min

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  di Clelia Antolini

Apre le celebrazioni per il Giorno della Memoria di quest’anno la cerimonia di consegna della medaglia d’onore del Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti. Quest’anno a riceverla è Giuseppe Marzola, deportato civile nel campo di concentramento di Buchenwald, e successivamente a Dachau. Il prefetto di Ferrara e l’assessore Gulinelli hanno consegnato l’onorificenza, in mattinata, al nipote Lauro.

Una cerimonia di apertura delle celebrazioni dedicata ai giovani, in presenza di molte scuole ferraresi e del presidente della consulta provinciale degli studenti di Ferrara.

Profonda e toccante l’introduzione del prefetto di Ferrara, Michele Campanaro: “Ricordiamo un evento drammaticamente reale, definito come un inferno sulla terra. Non c’era posto per la diversità, né per il dialogo e per l’accettazione”. Campanaro ricorda la recente scomparsa di Franco Schoenheit, uno degli ultimi testimoni dell’orrore della Shoah, una grande personalità e una perdita immensa per la nostra città. “Ricordare l’olocausto è semplice – continua il prefetto indirizzandosi agli studenti – molto più difficile pensarlo e riflettere. Anche oggi, quando gli interessi della maggioranza coincidono con la paura della diversità, si rischia di incappare in gravi errori. Vi rivolgo un invito costante e stringente all’impegno e alla vicinanza. Viviamo ancora oggi troppi episodi di antisemitismo e razzismo, segni di un passato che non deve ritornare. La risposta deve partire dai valori della democrazia e dalla difesa della nostra Costituzione, è un dovere e un privilegio applicarla e difenderla. Non abbassiamo mai la guardia davanti all’antisemitismo, alla violenza e al fascismo”.

Ringrazia studenti e insegnanti anche l’assessore Gulinelli che si accoda alle parole del prefetto: “Facciamo tesoro delle testimonianze, così sofferte e difficili”.

Parla di conoscenza il neo eletto presidente della consulta provinciale degli studenti, che individua nella cultura l’antidoto alla paura. “Neghiamo fermamente – afferma lo studente – la possibilità che accadimenti come questi possano ripetersi nella contemporaneità, ma spesso siamo testimoni di atti violenti dettati dalla paura della diversità. La storia insegna che la paura sia strettamente legata all’ignoranza, e quindi è evidente il valore dell’istruzione nella vita di noi studenti. Per non alimentare il seme dell’odio, noi giovani dobbiamo capire la storia e la diversità. Voi adulti potete guardarci con serena fiducia perché intendiamo porci come testimoni della legalità”.

Dopo un quadro introduttivo di Anna Maria Quarzi, presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, il professor Alessandrini ha invitato i presenti a riflettere sul ruolo della coscienza, oltre alla conoscenza: “Ogni nazionalismo è tendenzialmente razzista e il razzismo genera violenza. Oltre a conoscere bisogna appellarsi alla propria coscienza”.

Prima della consegna della medaglia al nipote di Marzola, i giovani allievi del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara hanno eseguito alcuni brani composti all’interno del campo di concentramento di Terezìn, e l’attore Marco Sgarbi ha letto alcune toccanti lettere di deportati militari e civili.

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