Attualità
26 Gennaio 2020
Il gruppo Amnesty Giovani Ferrara ha organizzato una fiaccolata per chiedere verità e giustizia

4 anni senza Giulio nella Ferrara che oscura il suo striscione

di Redazione | 3 min

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4 anni senza Giulio. Sì, sono passati ben quattro anni da quel 25 gennaio 2016 in cui si è spenta una luce. La luce di una delle eccellenze della ricerca italiana che oggi avrebbe potuto dare ancora tanto, al mondo intero. Il gruppo Amnesty Giovani Ferrara, come ogni anno, ha organizzato una fiaccolata per chiedere verità, per chiedere giustizia e ieri, in Piazza Municipale, ha ricordato il giovane ricercatore Regeni.

Una Piazza Municipale che ha visto ricomparire per un giorno lo striscione giallo fatto sparire ormai tre mesi fa. Il Comune l’ha fatto sistemare sopra una impalcatura.

Siamo qui per ricordare Giulio e la sua storia, per chiedere verità, per mandare affetto e solidarietà ai suoi genitori”. In questo modo ha esordito una dei portavoci di Amnesty Giovani di Ferrara che ha sottolineato come la vicenda di Giulio si tratti di “violazione di diritti umani, un delitto di Stato in quanto l’Egitto ha scelto la tattica del depistaggio continuando a coprire i nomi degli aggressori”. In questo senso, i governi italiani che si sono avvicendati “non hanno voluto chiedere con la necessaria fermezza la verità ma non hanno capito che – ribatte l’attivista – nessuno si fermerà fino a quando non avremo giustizia”.

Presenti anche dei rappresentanti di Adi (Associazione Dottorandi Italiani) che hanno denunciato come “l’Egitto, così come altri luoghi, non dà la sicurezza necessaria per lo svolgimento dell’attività scientifica”. Inaccettabili per l’associazione pensieri come “se l’è cercata” perché, hanno ribattuto, “dire questo vuol dire travisare il suo lavoro, la nostra società ha un forte debito con chi paga un prezzo così alto per accrescere il grado di conoscenza di tutta la collettività”.

Un momento speciale ė stato rappresentato dalla lettura di alcuni scritti di Giulio, a partire da “L’Egitto degli scioperi”, ultimo articolo scritto prima della sua scomparsa, oppure “Venti dal Mediterraneo”. Ma il più suggestivo non poteva che essere uno dei primi, scritto a soli 17 anni, quando aveva vinto una borsa di studio in New Mexico e si interrogava sulle implicazioni del governo statunitense nei soccorsi in Louisiana per l’uragano Katrina.

“Giulio era una persona scomoda, è stato ucciso per questo, ma voi giovani non cedete alla rassegnazione, siate scomodi!”. Questo, il messaggio di una signora del pubblico rivolto ai giovani presenti.

Infine, dopo la lettura della lettera di ringraziamento dei genitori di Giulio alle piazze d’Italia, sono arrivate le 19:41. Questo è l’orario dell’ultimo messaggio inviato dal dottorando. Da quel momento, non sarà più reperibile, e sarà ritrovato senza vita, con evidenti torture subite, il 3 febbraio seguente. E nel pensiero vivo di giustizia, le persone presenti hanno acceso un lumino artificiale e dedicato un minuto di silenzio al giovane ricercatore scomparso. A seguire, Amnesty ha invitato il pubblico a firmare l’appello per la richiesta di verità.

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