“Bisogna ripensare il sistema attuale delle lauree in medicina e chirurgia e delle relative specialistiche. Al momento il test d’ingresso è iniquo e dettato più dalla fortuna che non da preparazione effettiva o motivazione e capacità dello studente; così come le borse per le specialistiche non sono finanziate a sufficienza, condannando migliaia di medici abilitati a rimanere in attesa del proprio momento”.
Così interviene Fabio Roscani, presidente nazionale di Gioventù Nazionale, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, a Ferrara per un flash mob davanti al polo ospedaliero universitario Sant’Anna di Cona.
“Le lauree sanitarie, ed in particolare Medicina e Chirurgia, soffrono da anni una situazione patologica di investimenti insufficienti e politiche strategiche totalmente sbagliate – afferma -. L’Italia è difatti davanti a un paradosso: tra pochi anni non avremo medici a sufficienza per sostituire i futuri pensionati, eppure non si sta facendo nulla per evitare questo disastro”.
Roscani propone di ripensare il test d’ingresso “valorizzando la motivazione, l’attitudine e l’intelligenza dello studente piuttosto che la sua conoscenza nozionistica”. Al contempo “finanziamo più borse di studio specialistiche in Italia e anche in Emilia Romagna” e “facciamo nostre le proposte delle associazioni di categoria dei giovani medici quali: aumentare le strutture ospedaliere in cui si consegue la specializzazione: migliorare la qualità d’insegnamento; introdurre la forma di curriculum unico nazionale per le specialistiche ed offrire una rotazione degli ospedali in cui fare formazione”.
Sull’importanza di medicina interviene anche Alessandro Balboni, esponente della destra giovanile ferrarese e ora Assessore all’Università della nuova amministrazione, anche lui presente. “L’Università di Ferrara ha visto negli ultimi anni invertire nettamente il trend negativo delle immatricolazioni, potendo così puntare a diventare un ateneo di medie dimensioni e arrivare a 22.000 iscritti. Questo permette un arricchimento non solo economico ma anche culturale per la nostra città; Ferrara è una città che sta invecchiando, l’età anagrafica punta verso quella dei 65 anni, è imperativo investire sui giovani e sul loro futuro”.
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