Politica
18 Gennaio 2020
Una tavola rotonda a Giurisprudenza per illustrare le varie proposte pendenti in parlamento sul tema

La ministra Bonetti: “Legge nazionale contro l’omotransfobia per risanare le ferite”

di Redazione | 3 min

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È stata l’aula magna di Giurisprudenza il teatro di una tavola rotonda su un tema tanto delicato quanto attuale: l’introduzione di una legge nazionale contro l’omotransfobia.

Ospite d’eccezione la ministra alle Pari Opportunità e per la Famiglia Elena Bonetti con cui è stato possibile fare il punto della situazione su una battaglia che la comunità Lgbti+ conduce ormai da decenni. Tra i relatori, anche il segretario generale Arcigay Gabriele Piazzoni e Piero Giubelli, avvocato e componente della commissione deontologica del Consiglio nazionale forense. A moderare l’incontro, realizzato con la collaborazione di Arcigay Ferrara e Udu Ferrara, Manuela Macario, della segreteria nazionale Arcigay.

Non è una battaglia ideologica, è una battaglia fondante, dobbiamo decidere quale Paese vogliamo essere”. Ha le idee chiare la ministra in quota Italia Viva che sottolinea da subito come “dobbiamo dichiarare inaccettabile la discriminazione basata su questi elementi perché – continua – è necessario riconoscere dignità ad ogni persona, ho giurato su una Costituzione che dice proprio questo”.

Ma parlando di fatti concreti, Bonetti rilancia la “necessità di un testo unico sulla base delle varie proposte di legge presentate in questi anni che abbia la definizione del reato con un carattere penale, un fondamento pedagogico oltre ad un aspetto riguardante la riabilitazione sociale della vittima”.

L’avvocato Giubelli, in particolare, ha esposto i caratteri distintivi delle varie proposte di legge presentate negli ultimi anni. “Attualmente è in esame in Commissione Giustizia la proposta del deputato Zan (Pp) che incide sugli articoli 604 bis e 604 ter del codice penale”. La nuova legge inciderebbe con la novità di una nuova dizione: “oltre all’introduzione della definizione giuridica di ‘orientamento sessuale’ e ‘identità di genere’ – precisa l’avvocato -, tali termini sarebbero aggiunti dopo la formula ‘violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Ulteriori proposte sono quella Maiorino (M5S) “con l’aggiunta della formula ‘violenza per omofobia e omotransfobia’, la messa alla prova con lavori di pubblica utilità nonché l’istituzione del 17 maggio come giornata nazionale contro l’omotransfobia; infine – conclude Giubelli – la proposta Boldrini-Speranza con l’obbligatorietà ai lavori di pubblica utilità”.

Con grandi aspettative anche Gabriele Piazzoni, segretario nazionale Arcigay, che ha sottolineato come “la presenza di una legge non cancella la discriminazione ma il fatto che questa, un giorno, si affermi culturalmente può portare a influenzare l’opinione pubblica”. L’attivista storico ha poi evidenziato come “le istituzioni politiche hanno sempre rincorso l’opinione pubblica quindi se ad oggi abbiamo la possibilità di creare uno spartiacque con una legge simile, lo dobbiamo ad un cambiamento in atto nella mentalità comune”. E conclude “Se non ora (la nuova legge ndr), quando?”.

Daniele Negri, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Unife, ha affermato “si stanno diffondendo nuovi odi che vanno contrastati con nuovi strumenti giuridici e politici”. Pinuccia Niglio, vicario del prefetto di Ferrara, ha espresso “la necessità di far maturare l’opinione pubblica sul tema”. Paola Peruffo, presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Ferrara ha rimarcato “la necessità di tale legge per difendere le minoranze”. Eugenio Gallerani, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ferrara, ha sottolineato “il bisogno di combattere gli episodi di violenza alle origini”.

È stato quindi il turno di Laura Caleffi, rappresentante e componente del Comitato Pari Opportunità di Ferrara, che ha posto l’accento “sull’esigenza di prevenire e sanzionare tali condotte inaccettabili oltre a contrastare la cultura dell’odio”. Un saluto anche dalle associazioni, in particolare Arcigay Ferrara, nella persona del presidente Giacomo Cattucci che si è detto “preoccupato per gli esiti delle elezioni regionali perché un eventuale cambio di guida potrebbe compromettere la nuova legge regionale sull’omotransfobia” e inoltre UDU Ferrara, con Raffaele Bruschi, che ha riportato alcuni dati OCSE che testimoniamo come “l’Italia è un fanalino di coda per l’attenzione su questo tema”.

Tanti gli interventi, tante le idee ma le luci restano accese sull’azione parlamentare in merito al tema. “Questo Governo – conclude la ministra – è nato per dare risposte al Paese, per risanare ferite. E questa è una ferita”.

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