Economia e Lavoro
13 Gennaio 2020
I dati dell'Osservatorio della Camera di commercio. Il presidente Govoni: “Fiducia nei giovani, a loro società e chi ha responsabilità pubbliche debbono dare delle occasioni”

Un terzo delle imprese giovanili non supera i 5 anni di vita

di Redazione | 3 min

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Un terzo delle imprese giovanili ferraresi non supera i 5 anni di vita e di queste quasi la metà si ferma al primo biennio. Tra il 2011 e il 2018 la percentuale d’inziative imprenditoriali avviate da under 35 è scesa del 16,4%, attestandosi a 2.408  unità.

È questa la fotografia scattata dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio, dalla quale si rileva che la percentuale di imprese giovanili a Ferrara è comunque in media, un pochino sopra, con quella del resto della regione (7,6% del totale delle imprese, con il 7,5% dell’Emilia Romagna e il 9,7% a livello nazionale).

“Investire sui giovani, scommettere su di loro, chiamarli a fare la propria parte e dare loro adeguate opportunità: che questa sia la strada giusta ho potuto verificarlo in tante occasioni”, commenta il presidente della Cciaa Paolo Govoni, che aggiunge: “Ho visto in questi anni la motivazione di giovani, tra i quali molte donne, impegnati nelle scuole sul tema della legalità, l’orgoglio dei giovani specializzati che sono il punto di forza di tante nostre aziende ad alta tecnologia, la passione e l’impegno che si esprimono nei giovani impegnati nel volontariato. E penso all’entusiasmo e alla qualità delle ragazze e dei ragazzi ai quali ogni anno, nel mese di marzo, la Camera di commercio conferisce i riconoscimenti “Francesco Viviani”. Certo, sono queste le energie giovanili che hanno potuto prendere le strade migliori, e tante sono purtroppo quelle che ancora si dibattono in una ricerca vana. Ma ho fiducia – conclude Govoni – nell’insieme delle nuove generazioni. A loro, la società e chi ha responsabilità pubbliche debbono dare delle occasioni, e in primo luogo debbono garantire l’opportunità decisiva di formarsi grazie a un sistema di istruzione più moderno ed efficiente, capace di far emergere i talenti e di premiare il merito”.

Le imprese giovanili (98 quelle finanziate dalla Camera di commercio negli ultimi 3 anni ed ancora sul mercato) sono all’avanguardia nella scelta della forma giuridica da adottare. Aumentano, infatti, le società di capitali e, guardando le nuove iscrizioni, emerge una mappa dei settori produttivi sui cui i giovani stanno ora maggiormente scommettendo. Tra i primi posti ci sono il settore delle telecomunicazioni, le attività nei servizi finanziari e nei servizi alla persona. A fortissima vocazione giovanile anche le attività legate alla pubblicità e alle ricerche di mercato. Ma è nell’approccio al web che dimostrano un orientamento innovativo più spiccato: sono presenti in misura maggiore su tutti i social network e, rispetto ai colleghi imprenditori più anziani, hanno una maggiore inclinazione a fornire servizi on line, in particolar modo preventivi.

Meritocrazia, stipendi migliori, meno tasse e meno burocrazia: questa, infine, è la ricetta che convincerebbe i giovani ferraresi intervistati dalla Camera di commercio a non lasciare l’Italia. Ma il desiderio di un lavoro stabile non è in cima alla lista dei motivi di fuga dove svettano, invece, la meritocrazia (quasi l’80%) e la possibilità di fare bene il proprio lavoro (poco meno del 70%). Gli stipendi più alti, a sorpresa, sono solo al terzo posto (60%).

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