Economia e Lavoro
19 Dicembre 2019
Il sindaco contrario all'unione Ferrara-Ravenna: "Assurdo accorpare ciò che è utile e funziona bene". Se ne parla oggi al consiglio dei ministri

Accorpamenti Ccia, Fabbri: “Riorganizzazione che penalizza il nostro territorio”

di Redazione | 2 min

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“No ad accorpamenti forzati delle Camere di Commercio. Lo abbiamo detto come amministratori e anche come esponenti Lega del territorio: si tratta di una scelta insensata. Nel caso di enti virtuosi come il nostro è infatti assurdo accorpare ciò che è utile e funziona bene”.

Il sindaco Alan Fabbri torna a esprimere “massima solidarietà alla nostra Camera di Commercio, che rischia di subire l’impatto, suo malgrado, di scelte imposte” e assicura che “non smetteremo di far sentire il nostro dissenso”, anche rivolto al presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Non stia in silenzio di fronte a una riorganizzazione che penalizzerebbe il nostro territorio. Ancora una volta il suo governo volta le spalle all’Emilia Romagna”.

Una presa di posizione forte di fronte alla possibilità che nel consiglio dei ministri odierno si tratti dell’accorpamento delle Camere di Commercio che vedrebbe Ferrara unirsi a Ravenna. La nuova geografia delle Camere di Commercio prevederà infatti questo nuovo assetto: Bologna, Modena, Parma-Reggio-Piacenza, Forlì-Cesena-Rimini e appunto Ferrara-Ravenna.

“Il Consiglio dei ministri sarà forse chiamato oggi a decidere sugli accorpamenti delle Camere di Commercio – conferma il senatore della Lega Gianfranco Rufa, che ha seguito il dossier negli ultimi mesi -. Sarà una decisione forzata e contraria alle volontà di molti territori. È il caso, in Emilia Romagna, dei nuovi accorpamenti imposti: Parma-Reggio Emilia-Piacenza e Ferrara-Ravenna. Diciamo no a processi non condivisi e siamo pronti a presentare la nostra controproposta per mitigare gli effetti e rilanciare la potenzialità, sui territori, dell’Assocamere estere”.

“La Lega – spiega Rufa – fin da subito ha chiesto la volontarietà degli accorpamenti e la possibilità di mantenere nelle città più penalizzate dagli accorpamenti l’Assocamere estere. Sollecitiamo inoltre la possibilità di utilizzare il fondo per il Made in Italy inserito in legge di bilancio (45 milioni nel 2020 e 40 milioni nel 2021) per potenziare le agenzie per il commercio estero. La riorganizzazione deve essere un’occasione per sviluppare le potenzialità e non un processo imposto, alla maniera statalista del Pd”.

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