Nella foto: Davide Bellotti
Si augurava si trattasse di un organismo meramente tecnico e aveva accettato l’invito di Alan Fabbri a entrare nel consiglio di amministrazione di Ferrara Arte. Ma qualcosa evidentemente non ha funzionato, se ora, dopo neanche un mese di lavori, si vede costretto a rassegnare le dimissioni.
Davide Bellotti, presidente territoriale Cna Ferrara, scrive una lettera quasi perfetta all’indirizzo del presidente della Fondazione Ferrara Arte Vittorio Sgarbi, al sindaco di Ferrara e all’Assessore alla Cultura Marco Gulinelli. “Quasi perfetta” perché, nonostante il tentativo di non sollevare polemiche, tra le righe si percepisce un malumore e una pressione che poco hanno a che fare con arte e cultura.
“Come tutti sanno – è l’incipit della lettera di Bellotti -, Cna è una associazione di imprese artigiane che rappresenta oltre cinquanta mestieri tra cui quelli legati a turismo e cultura che, da sempre, sono stati al centro del mio interesse e del mio agire: per primo ho avviato i raggruppamenti Cna Turismo e successivamente Cna Cultura, dei quali sono stato il primo presidente”.
Bellotti sottolinea che l’associazione “ha sempre avuto a cuore la valorizzazione, lo sviluppo – in una parola, il bene della città e delle proprie aziende insieme, indissolubilmente legati, e quindi ha risposto positivamente alla chiamata pervenuta a me in quanto presidente da parte del sindaco della città a far parte del consiglio di amministrazione di Ferrara Arte”.
Ora, “pur consapevole della presenza di un dibattito politico importante su Ferrara Arte, ero comunque fiducioso di entrare a far parte di un organismo tecnico e dunque ritenevo di poter dare il mio contributo su tavoli tecnici in base ad un principio di collaborazione che coinvolgesse tutti gli enti che concorrono a fare di Ferrara una città che gioca un ruolo di prim’ordine nel panorama artistico e culturale delle città d’arte”.
Di questa nostra vision rispetto al mandato “è stato fin da subito messo a parte il sindaco, l’assessore alla cultura della città e il presidente della fondazione stessa: la nostra adesione è sempre stata subordinata al fatto che l’organismo fosse di natura squisitamente tecnica perché tale condizione era alla base del mandato conferitomi dai miei associati”.
Bellotti fa sapere di essere entrato “senza curarmi delle pressioni politiche e voglio uscire in maniera analoga, preso atto che i temi da qualche giorno in discussione coinvolgono pesantemente l’associazione in un dibattito che non le è consono e che in ogni modo, qualunque fosse la presa di posizione, verrebbe equivocato”.
Ecco perché ora si vede costretto “a rassegnare le mie dimissioni dal consiglio di amministrazione. Auguro buon lavoro, ribadendo la disponibilità della mia associazione ad ogni collaborazione fattiva, con l’auspicio che la Fondazione sappia perseguire e conseguire i risultati che la città di Ferrara merita e di cui le nostre aziende hanno grande necessità”.
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