Attualità
17 Dicembre 2019
Il capoluogo estense spicca nella raccolta differenziata. Preoccupano invece i dati relativi a morti per tumore e reati per spaccio

Qualità della vita 2019, Ferrara 64ª in Italia e ultima in regione

di Redazione | 4 min

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Grazie al recente bando regionale per la Rivitalizzazione e il Ripopolamento dei Centri Storici nelle zone colpite dal sisma, il Comune di Ferrara è stato designato destinatario di un finanziamento sostanziale pari a 700.000 euro complessivi. Questo finanziamento ha come obiettivo l’accelerare la ripresa e incoraggiare l'attività economica e sociale nelle aree colpite dal disastro naturale


di Davide Soattin

Milano prima, Caltanissetta ultima. Queste le città agli antipodi della consueta classifica stilata dal Sole 24 Ore, che tratta e analizza la qualità della vita nelle province italiane per il 2019.

E in tutto questo Ferrara dove si trova? Al 64esimo posto generale, ultima tra le realtà in regione, ma comunque davanti a grandi città dal calibro di Bari, Napoli e Palermo.

Nel corso di quest’anno infatti, se si leggono e analizzano i dati e le statistiche in chiave regionale, la provincia estense si è classificata alle spalle dei risultati messi insieme dalle conterranee Parma (decima in graduatoria generale, prima in Emilia-Romagna), Bologna (14esima), Rimini (17esima), Modena (19esima), Reggio Emilia (22esima), Forlì-Cesena (25esima), Ravenna (39esima) e Piacenza (44esima), complice soprattutto un’importante e pesante perdita di punteggi rispetto al 2018, più precisamente diciassette posizioni, quando si classificò alla 47esima posizione complessiva.

Certo, riuscire a eguagliare o superare il 10imo posto collezionato nel 1997 – miglior piazzamento degli ultimi trent’anni – si tratterebbe di un traguardo dal grande spessore che oggi per Ferrara sembra essere più utopia che possibile realtà, ma i dati odierni comunque non sono tutti da gettare all’aria e disprezzare, soprattutto se confrontati al 65esimo posto del 1998 e al tragico 74esimo posto del 2003: il peggiore dal 1990 a oggi.

Negli ultimi trent’anni comunque, al di là di quanto possano essere poco rassicuranti i dati precedentemente snocciolati, la provincia estense si è resa protagonista di diversi record positivi degni di una speciale menzione, sia a livello finanziario ed economico che demografico, dei servizi e dei parametri ambientali ed ecologici

Successe nel 1991 per quanto concerne il tema relativo all’importo massimo di depositi bancari pro capite e successivamente nel 1997 per la velocità di consegna della corrispondenza, mentre nel 2001 uscì con ottimi voti dal report di Legambiente sull’Ecosistema urbano. Ma non è finita qui, dato che nel 2005 e nel 2006 ricevette ottimi riscontri circa il numero di nuovi nati e nel 2007 per il numero collegato ai laureati residenti in città, continuando nel 2019 con la più alta percentuale di raccolta differenziata, che la colloca al primo posto a livello nazionale.

Ma proprio a proposito di 2019 e di dati a esso relativi, fa riflettere e lascia sicuramente i ferraresi con l’amaro in bocca il 103esimo posto per i morti di tumore (19,7 decessi ogni 1.000 abitanti in cinque anni) e il 107esimo a livello di decessi per infarto ( il più alto d’Italia con ben 3,5 morti ogni 1.000 abitanti in cinque anni). Non per niente il tasso di mortalità che coinvolge i cittadini ferraresi si tratta di uno dei più elevati della Penisola, rispetto a un tasso di natalità che è abbastanza scoraggiante, principale sintomo che contribuisce alla formazione di una città composta da anziani e sempre meno giovani.

In materia di sicurezza invece, rispetto agli anni passati, il capoluogo estense ha assistito a una sensibile diminuzione dei reati, visti i modi in  cui i furti sono calati del 9% e gli scippi del 39% così come le razzie negli appartamenti del 26% e quelle nei negozi del 15%. Un tasto dolente e amplificato invece riguarda le statistiche relative ai crimini connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti, con ben 71 denunce ogni 100mila abitanti, andando così a rimarcare il motivo per cui dal 60esimo posto dello scorso anno si è passati all’81esimo, sempre rimanendo in questo ambito. Tutto sommato però, tra sicurezza e giustizia, il 30esimo posto nella graduatoria generale può essere un risultato soddisfacente.

Salute, sicurezza, ma soprattutto cultura, che per Ferrara e la sua provincia rappresenta un ricco e variegato bacino a livello artistico e di intrattenimento. Nonostante ciò, leggendo i dati relativi a questo campo, l’ambiente ferrarese ha assistito a un fenomeno di decrescita con la discesa dal 30esimo posto dello scorso anno al 38esimo attuale. Lo stesso posizionamento ricoperto dalla voce affari e lavoro, in cui a spiccare sono soprattutto le statistiche relative alla disoccupazione generale (9,1% su una popolazione tra i 15 e i 74 anni), a quella giovanile (25,5%  su una popolazione tra i 15 e i 29 anni) al tasso di inattività (26,4%), seppur il territorio ferrarese sia abbastanza solido per quanto riguarda la tenuta delle imprese e i fallimenti (0,9%) come spiegato dal quarto posto generale, alle spalle di città come Bolzano, Sondrio e Aosta.

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