Economia e Lavoro
11 Dicembre 2019
Il sen. Saverio De Bonis (Gruppo Misto) chiede ai ministri di dover effettuare delle verifiche sull'investimento

Investimento di Enpaia da 15 milioni in Bonifiche Ferraresi, i dubbi in parlamento

di Redazione | 4 min

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Un investimento da 15 milioni in Bonifiche ferraresi che merita un approfondimento. Almeno secondo il senatore Saverio De Bonis, ex Movimento 5 Stelle e ora nel Gruppo Misto, che rivolge una interrogazione ai ministri del lavoro e delle politiche sociali e delle politiche agricole alimentari e forestali.

De Bonis fa sapre che da un articolo di “Agricolae.eu” del 24 dicembre 2018 ha appreso che il presidente di Enpaia, Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura, Giorgio Piazza, già presidente di Coldiretti Veneto, aveva deciso di aderire all’aumento di capitale di Bonifiche Ferraresi SpA, in scadenza il 27 gennaio 2019, con 10 milioni di euro, firmando una delibera in assenza della proposta del direttore.

“Allora, a causa dell’inusuale procedura circa le modalità e la tempistica della scelta – ricostruisce il senatore -, la delibera venne sospesa e lo stesso presidente dell’Enpaia affermò che «Questa era un’occasione da cogliere ma manca una parte di istruttoria per cui è impossibile. Non è completa per cui la cosa si ferma nonostante la bontà dell’investimento sull’economia reale che riprenderemo in mano nei prossimi consigli» e per quanto riguarda le disposizioni date alle banche «Abbiamo già dato mandato di bloccare tutto»“.

Eppure, a distanza di un anno, la questione si ripropone. “Si parla tanto della previdenza agricola – prosegue De Bonis – ma poi l’ente che gestisce il trattamento di fine rapporto dei dipendenti agricoli per restituirlo a tempo debito, così integrando le pensioni, fa investimenti per milioni di euro per aumentare il capitale di Bonifiche ferraresi, che a sua volta acquisisce la tenuta controllata da Federico Vecchioni che è anche l’amministratore delegato della società”.

L’ulteriore investimento rientra in un’operazione di aumento di capitale varata dal consiglio d’amministrazione di Bonifiche ferraresi che prevede da una parte l’integrazione nel perimetro del gruppo Bonifiche ferraresi delle attività agricole e agrituristiche della tenuta “Il Cicalino srl”, controllata dall’amministratore delegato Federico Vecchioni, e dall’altra un aumento di capitale in denaro di 45 milioni di euro, da eseguire entro il 15 febbraio 2020, finalizzato a trovare le risorse finanziarie necessarie all’implementazione del piano industriale 2018-2020, non completamente reperite con l’aumento di capitale completato per oltre l’80 percento nel dicembre 2018.

“Per quanto riguarda l’incorporazione del ramo d’azienda della società agricola “Il Cicalino” – scrive il senatore -, attiva nel settore agricolo e agrituristico a Massa Marittima (Grosseto), scrive “Il Sole-24ore”, che il consiglio d’amministrazione di Bonifiche ferraresi «ritiene che l’acquisizione del ramo d’azienda abbia valenza strategica e industriale nonché potrà generare vantaggi e sinergie a livello sia di contenimento dei costi sia di crescita dei ricavi, promozione del business e valorizzazione dei brand della filiera agro-alimentare del gruppo Bf». In seguito a questa operazione, che vale 10 milioni di euro, la tenuta “Il Cicalino” risulterà proprietaria del 2,5 per cento di Bonifiche”.

A questo si aggiunge il fatto che “dopo un anno pare che la stessa proposta, aumentata di 5 milioni di euro, abbia avuto il ‘via libera’ che il presidente Piazza un anno fa non ebbe dal suo direttore, Roberto Diacetti, e, nel pomeriggio del 9 dicembre 2019, pare che debba essere esaminata dagli organi dell’ente Enpaia”.

De Bonis fa presente che la finalità del fondo Enpaia “è principalmente quella di mettere a disposizione dei consorzi di bonifica le somme loro occorrenti per l’erogazione del trattamento di fine rapporto, l’anticipazione dello stesso (come prevista e disciplinata dai contratti collettivi nazionali), la pensione consortile (alternativa al TFR nei casi previsti dai contratti collettivi nazionali), l’indennità sostitutiva del preavviso (in caso di decesso dell’iscritto) e la specifica integrazione (in caso di morte del dipendente prima del compimento del decimo anno di servizio), e poi per eventuali investimenti”.

Anche per questo il parlamentare chiede di sapere se i ministri, “al fine di tutelare i preminenti diritti previdenziali dei dipendenti agricoli, non ritengano di dover effettuare delle verifiche sull’investimento e stabilire se esso sia utile a garantire i rendimenti ai contribuenti oppure se si tratti di una mera operazione che reca vantaggio al contraente, cioè l’amministratore della tenuta Il Cicalino”.

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