Lettere al Direttore
4 Dicembre 2019

Il troppo stroppia

di Redazione | 3 min

‘Troppo’, avverbio o aggettivo, è chiarissimo. Privo di ambiguità. Corre voce che perfino Luigi Di Maio e Luca Giurato – famosi serial killer di regole grammaticali – non ignorino che troppo significa in misura eccessiva – superiore al normale – esageratamente.

Nella cerimonia del 14/10/2019, conclusiva della Settimana dedicata alla Madonna delle Grazie, l’Arcivescovo di Ferrara disse: “[…] l’uso strumentale del corpo femminile, nella tratta e nella prostituzione, nei troppi femminicidi ..” (Avvenire del 16/10/2019, pagina A17).

‘Troppi femminicidi’. Quindi, se fossero ‘pochi’ rientrerebbero nella normalità?

‘Troppi’, invece d’usarlo come sedativo, andrebbe utilmente speso per definire gli imbecilli responsabili di femminicidi. ‘Troppe’ anche le aspiranti vittime che non danno importanza ai primi segnali di imbecillità che inevitabilmente gli imbecilli palesano.

Rimanendo in tema di troppitudine, per la situazione viaria non serve deplorare i ‘troppi’ viadotti al collasso: i soliti pesci in barile e i nuovi banchi di sardine non capirebbero. È meglio gridare dai pulpiti che il crollo di opere pubbliche gestite da appositi enti vuol dire che sono ‘troppi’, e non da ieri, i corrotti, gli inetti, i politicanti d’accordo con gli speculatori.

Sperando che la prossima solennità dell’Immacolata non sia pretesto per elargire altri panegirici sull’accoglienza a scatola chiusa (qui c’è bisogno e posto per immigrati, ma idonei al vivere civile), è il caso di ricordare che son ‘troppi’ anche i responsabili dei naufragi di migranti in mare partiti dalla Libia. E ‘troppi’ i complici che sviano l’opinione pubblica invocando la certezza di ‘porti sicuri’ d’approdo, senza mai preoccuparsi per i porti o aeroporti sicuri alla partenza! Certo, è l’UE che li nega con la regola tassativa dei visti. Ma perché non prendersela con l’ipocrita UE invece che con i cittadini schifati da anni e anni di flussi di accoglienze ferocemente truccati?

Il giornalista di Avvenire N. Scavo è sotto tutela della polizia in seguito alle minacce ricevute per i suoi articoli. Ha svelato l’arrivo in Italia nel 2017 del trafficante di esseri umani Abd al-Rahman al-Milad, meglio conosciuto come Bija. Il ceffo non era qui per invito dalla mafia, ma per iniziativa del ministro Minniti (governo Gentiloni). L’incontro negli uffici della guardia costiera fruttò un accordo governativo, grazie al quale ci fu l’immediato dimezzamento delle partenze dalla Libia.

Nella girandola di governi transitori, dopo Minniti è arrivato Salvini, che forte degli accordi precedenti ha aggiunto la chiusura di porti e messo in difficoltà d’attracco qualche nave. Lanciando così un tam-tam che in Africa ha attenuato l’attrattiva per il tragitto libico. Perciò lo stolto Salvini è l’unico ministro italiano che sia riuscito a diminuire sensibilmente il numero di naufragi nel mare di Sicilia. Ma è una gara dura trovare qualcuno che se ne accorga: in ‘troppi’ sono troppo distratti da cose più distinguibili come l’ostentazione di rosari nei comizi. Una questione visiva, insomma: gli innumerevoli morti e martoriati nella trafila libica a terra – il prezzo per limitare un flusso accettabile in Europa – da noi nessuno li vede. Quindi non esistono. E Salvini è un bieco razzista.

Paolo Giardini

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