Attualità
1 Dicembre 2019
Il presidente dell'associazione Viale K fa luce sulla situazione di A: "Al campo era figlio di tutti e di nessuno"

Campo nomadi. Don Bedin: “Ragazzo esposto a convivenza pericolosa”

di Redazione | 2 min

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“Alla chiusura del campo dei sinti di via delle Bonifiche è successo come quando si gioca a carte, e perde chi resta con una carta in mano”.

Ad esplicitare il paragone è don Domenico Bedin, dell’associazione Viale K, che porta all’attenzione la situzione di A., un “uomo-ragazzo”, lo descrive, “figlio di tutti e di nessuno”: “ogni famiglia – prosegue – seppur provvisoriamente, è stata collocata, ma solo lui continuava a chiedere: ‘e io dove mi mandate?’ – cita, con le parole del ragazzo -. ‘Non ho la campina, io non so scrivere e leggere e non riesco a trovar lavoro… In una comunità di ‘gagi’ non voglio andare, ho paura e sono spaventato, mi piacerebbe andare da don Silvano in parrocchia a Ponte, ma non mi può ospitare”.

Alla fine A. è stato collocato in un appartamento a Pontelagoscuro con E., un suo amico sinti agli arresti domiciliari. “E. è più povero di A. – spiega don Bedin – in casa non ha né luce né gas e l’acqua è limitata, non c’è nulla da mangiare, è freddo e c’è tanta, tanta, tristezza. Soprattutto E. ha sempre vissuto di espedienti e non potendosi muovere da casa essendo agli arresti, si serve di A. per le sue necessità. A. passa il suo tempo quasi sempre davanti la parrocchia e cerca di portare a casa qualche spicciolo per le sigarette e i viveri anche per E.”.

Il ragazzo avrebbe riferito a don Bedin che “gli assistenti sociali gli danno qualche soldo ma sono assolutamente insufficienti” e che “lui dovrebbe trovare almeno 2oo euro per tirare avanti, ma non sa come e a chi rivolgersi. Penso spesso a questi due giovani soli – conclude il parroco – al freddo e al lume della candela presa a prestito dalla parrocchia. E. ha bisogno di un progetto di recupero per uscire dalla solita routine casa-carcere che si ripete da anni. A. certamente non sta bene in questa collocazione e, soprattutto, lo si è esposto ad una convivenza assai pericolosa, perchè, che come si dice, ‘chi sti mari naviga, sti pesci piglia’ “.

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