Politica
23 Novembre 2019

Regionali. Movimento 5 Stelle alle prese con programma e nomi

di Redazione | 3 min

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La base del Movimento 5 Stelle, attraverso la piattaforma Rousseau, ha deciso di partecipare alle elezioni regionali di Emilia-Romagna e Calabria il prossimo 26 gennaio 2020.

Era inevitabile che il giorno dopo l’intera base si iniziasse a mobilitare e questo è avvenuto anche a Ferrara. Tommaso Mantovani, consigliere comunale del movimento, ha esposto una certa soddisfazione nell’affermare che “Il M5S si presenterà alle elezioni regionali e da solo”. E subito dopo commenta il voto sulla piattaforma che ha dimostrato come “Rousseau non è servo della leadership in quanto ha dato un esito diverso rispetto alla desistenza propugnata da Di Maio e altri”.

Per quanto riguarda i sondaggi, il Movimento 5 Stelle, stando alle ultime rilevazioni, sarebbe circa sul 6-7% a livello regionale. Per Mantovani, non candidarsi avrebbe portato il flusso di voti “verso Il Pd e Bonaccini, ma anche alla Lega” e ribatte subito come “non ci dovevano essere alleanze, in quanto quella con la Lega ha portato all’allontanamento degli elettori con una storia più di sinistra, mentre alleandosi con il Pd quelli con origini di destra. Purtroppo, però – continua l’attivista – quella era l’unica strada da percorrere e Di Maio ha fatto bene”.

Accennando a un patto con liste civiche, Mantovani stronca subito l’idea sul nascere in quanto “difficile da realizzare in un mese però un candidato presidente civico non è da escludere”.

Ma veniamo ai nomi. “Attualmente – comunica Mantovani – non abbiamo nomi certi. Probabilmente, per i tempi stretti, la scelta del candidato presidente ricadrà su uno dei quattro consiglieri regionali uscenti, ossia Andrea Bertani, Silvia Piccinini, Giulia Gibertoni o Raffaella Sensoli”. Per quanto riguarda, invece, i candidabili per il consiglio regionale, alla provincia di Ferrara spetterebbe proporne tre e, considerando le quote rosa, due di sesso femminile e uno di sesso maschile. “Tra i papabili candidati – afferma il consigliere comunale – ce ne sono diversi, tra cui Monica Caleffi, Donatella Pasqualini, Luca Bertaccini e Matteo Mingozzi”.

Ma le elezioni non sono tali senza candidati ma soprattutto senza un programma. Il Movimento 5 Stelle in Emilia-Romagna ne ha già uno che ha come obiettivo proprio 5 stelle: Ambiente, Trasporti pubblici, sanità, acqua pubblica e connettività.

Mantovani parte subito con il tema ambiente e ribadisce come “i rifiuti sono regionali e Atersir, assieme ad Hera, deve smetterla di monopolizzare la raccolta e lo smaltimento”. Per quanto riguarda i trasporti pubblici, l’attivista propone “la creazione di una linea ferroviaria Ferrara-Comacchio e il potenziamento della linea Ferrara-Codigoro, come suggerito anche da Mingozzi”.

Una voce di nicchia quella di Donatella Pasqualini, attivista M5S e radiologa, la quale sull’ambito sanità ribatte come “è necessario rimettere al centro la sanità pubblica, potenziandola e riducendo soprattuto l’afflusso nei pronto soccorsi”. Un esempio lampante a Ferrara, continua l’attivista, “è la costituzione di un PPI (Punto Primo Intervento) su cui la regione aveva iniziato a lavorare e e che noi vogliamo portare avanti”. Infine, tra le misure da attuare, conclude la radiologa, “anche il potenziamento della medicina di base 3.0, ossia un ambulatorio medico che, oltre a fare prescrizione e visita, si occupa anche di diagnosi strumentale di primo livello (elettrocardiogrammi, ecc.).

Altro punto fondamentale e battaglia identitaria del M5S è sicuramente l’acqua pubblica per cui Mantovani auspica alla ripresa di “un’iniziativa popolare presentata in regione da Bertani che è possibile attuare anche a Ferrara dove, tra qualche anno, terminerà il monopolio di Hera”. Infine, nel programma non poteva mancare la connettività, o meglio, un ampliamento della democrazia diretta che – sottolinea l’attivista – “vede un maggiore coinvolgimento delle persone con convocazioni e consultazioni sulla piattaforma Rousseau”.

Connettività sì, ma non troppo. Mantovani, infatti, poi conclude affermando la posizione nettamente contraria del Movimento al 5G che, per ora, “è in fase di valutazione” ma apre subito a un “Wi-Fi più esteso possibile”.

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