Lettere al Direttore
23 Novembre 2019

Piazza Verdi, cosa farebbe un buon padre di famiglia

di Redazione | 3 min

Gentile Direttore,

mi rivolgo a Lei per esprimere una mia opinione in merito al caso che riguarda Piazza Verdi e la sua ‘movida’ studentesca.

In questi giorni la città si interroga sulla chiusura o meno della Piazza.

Io, allora, mi sono posto delle domande in qualità di cittadino che vive e ama Ferrara e anche in qualità di ex consigliere della Circoscrizione centro storico, avendo partecipato, a suo tempo, a redigere il regolamento su come devono funzionare gli street bar.

Vengo al dunque: il nostro ateneo allargando il proprio bacino di utenti/ studenti ha implementato notevolmente la presenza degli stessi, ricordo anche che gli universitari sono una fonte di reddito non indifferente per molti degli esercizi commerciali e non solo dello stesso centro storico.

Negli ultimi anni, grazie anche a politiche universitarie di apertura delle iscrizioni ai corsi, si sono moltiplicate anche le richieste di affitto delle case. Ricadute, mi ripeto, economiche più che positive per Ferrara che ogni anno che passa mostra sempre più affanno nella sua capacità di produrre reddito imprenditoriale e non riesce a stare al passo di altre città della nostra Emilia-Romagna.

Allora mi chiedo e rivolgo queste domande a chi ci amministra:

  • Perché prima di chiudere la piazza non si coinvolge la stessa Università di Ferrara, con le sue le associazioni o rappresentanze degli studenti e non si creano le condizioni per fare, in primis, un’operazione di responsabilità degli stessi studenti? Questo perché se è vero che la maggior parte di chi frequenta quel posto è fatta di studenti, questi poi andranno ad influenzare con buone pratiche di comportamento anche gli altri giovani che in quella Piazza ci stanno ma non sono universitari;
  • Il Comune, ritengo, che potrebbe, coinvolgendo anche la Polizia Municipale, creare una stretta collaborazione fra agenti di polizia comunali e studenti per avviare una serie di operazioni che arginino i comportamenti esasperati che possono avvenire nella Piazza e che possono essere alla base del disagio di chi in quella zona ci vive;
  • Quando parlo di collaborazione penso anche ad una sorta di riconoscimento fornito a chi si comporta bene. Un premio, intendo, da erogare a chi si comporta correttamente e in modo virtuoso. Penso, ad esempio, alla distribuzione di biglietti per muoversi in città, come bonus per il rent- bike, o a biglietti per l’autobus, specie per chi ha lezioni a Cona, o l’accesso con riduzione ai siti museali cittadini.
  • Tutto questo dovrebbe servire per evitare, una volta che il Teatro Verdi sarà ultimato, la sua recinzione. Un’operazione, secondo il sottoscritto, dall’impatto architettonico molto discutibile.

Ecco allora la mia chiosa finale: prima di creare recinzioni proviamo a responsabilizzare le persone.

Se io fossi al posto di chi governa questa città allora assumerei l’atteggiamento di un buon padre di famiglia.

Con osservanza

Alessandro Veratelli

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