Attualità
16 Novembre 2019
L'appello di una madre per la Giornata Nazionale in memoria delle Vittime della Strada

“La nostra Giulia viaggiava in moto col suo ragazzo, ora non c’è più”

di Redazione | 3 min

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In occasione della Giornata Nazionale in memoria delle Vittime della Strada ci scrive Cristina Bovina. È la madre di Giulia Signorini, che ha perso la vita a 25 anni insieme a Sergio Sandrolini, 28 anni, in un incidente stradale il 30 giugno 2018.

La signora Bovina ci chiede di trovare le parole giuste per dare risalto all’importanza di questa giornata. Pubblichiamo interamente la sua lettera. Parole migliori non ne avremmo.

 

 

 

 

 

Domenica 17 novembre sarà la Giornata Nazionale in memoria delle Vittime della Strada. Sono la madre di una di loro e vi scrivo per chiedere un aiuto a voi che avete gli strumenti, le capacità e le parole giuste per farlo, per contribuire a dare risalto all’importanza di questa giornata nel ricordo e nel rispetto di chi non c’è più e per la sicurezza di chi c’è ancora. La nostra Giulia viaggiava con Sergio a bordo di una moto, era l’uscita tranquilla in pieno giorno di due giovani in un sabato d’estate e accadeva quasi un anno e mezzo fa anche se a noi famigliari sembra ieri.

Mentre percorrevano una statale un’auto a forte velocità ha invaso la loro corsia e li ha travolti e noi abbiamo perso per sempre la loro bellezza, il loro sorriso e la loro intelligenza. Ci restano i ricordi, molta nostalgia, sogni infranti e un vuoto incolmabile.

Quando accade agli altri lo leggiamo sul giornale e possiamo provare dispiacere, possiamo essere addolorati, indignati, ma poi ce ne possiamo anche dimenticare e, come è giusto che sia, la nostra vita continua. Ma quando accade a qualcuno a noi molto caro… il dolore è immenso, l’incredulità ci paralizza. La nostra vita di prima non esiste più, precipitata in un’altra non richiesta, che è più simile ad un sopravvivere che ad un vivere.

Mi guardo attorno e non sembra esserci coscienza di questa enormità, è come se ci fossimo abituati, le auto continuano a correre e poi si usa la parola fatalità come fosse una giustificazione, certo è innegabile, ma all’origine di ogni incidente ci sono sempre o la velocità o la distrazione o l’alcol o una combinazione di questi fattori, la fatalità da sola non basta.

Quando guidiamo facciamo attenzione alla velocità, evitiamo distrazioni, mettiamo via gli smartphone, non beviamo alcolici, non dobbiamo avere la presunzione di essere invincibili e nemmeno l’arroganza di credere di avere sempre ragione sugli altri o che la strada sia solo nostra.

Ci vuole umiltà e rispetto per condurre in sicurezza un mezzo su una strada, ci vuole la forza che nasce non dalla prepotenza ma dalla pazienza e dobbiamo fare davvero tutto il possibile per garantire la nostra sicurezza e quella degli altri.

Cristina Bovina

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