Economia e Lavoro
6 Novembre 2019
A Ferrara Duff & Phelps ha illustrato come mantenere il valore degli asset aziendali alla luce del nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza

Prevenire la crisi d’impresa, le strategie al convegno dell’Apri

di Redazione | 2 min

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La novità più significativa del nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza è l’introduzione delle procedure di allerta volte a intercettare tempestivamente la crisi mediante una diagnosi precoce della salute dell’azienda, al fine di intervenire prima che essa si traduca in insolvenza irreversibile, salvaguardando la continuità aziendale e l’interesse degli stakeholders. Questo il tema al centro del convegno annuale Apri (Associazione Professionisti Risanamento Imprese) “Il nuovo Codice della Crisi: Quali prospettive?”, che si è tenuto a Ferrara il 4 e il 5 novembre, nella splendida cornice del Castello Estense, in collaborazione con Wolters Kluwer e con il patrocinio di Confindustria Emilia-Romagna Andaf Sezione Emilia Romagna e Comune di Ferrara, e con l’intervento di personalità di prim’ordine nel campo giuridico, economico e finanziario.

Secondo il presidente di Apri, Andrea Panizza, “con l’introduzione del 2° comma dell’art. 2086 del codice civile, l’impresa è obbligata a istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi d’impresa e della perdita della continuità aziendale. Si rafforza così il ruolo del controllo di gestione che consente all’imprenditore di ottenere una visione anticipatoria dell’andamento aziendale anche grazie all’introduzione di strumenti di allerta che dovranno essere monitorati dagli organi di controllo della società”.

In particolare, costituiscono indicatori di crisi gli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario, rapportati alle caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale, tenuto conto della data di costituzione di inizio dell’attività, rilevabili attraverso indici che evidenzino la sostenibilità dei debiti per almeno i 6 mesi successivi e le prospettive di continuità aziendale per l’esercizio in corso o, quando la durata residua dell’esercizio al momento della valutazione è inferiore a 6 mesi, per i 6 mesi successivi. Da qui l’importanza dell’adozione in azienda di strumenti come il piano industriale e il budget di tesoreria.

Secondo Enrico Rovere, managing director di Duff & Phelps, intervenuto in una tavola rotonda che ha analizzato le problematiche e peculiarità della valutazione delle aziende in crisi, “riveste quindi importanza strategica la predisposizione, l’applicazione e il continuo monitoraggio di un piano industriale solido che permetta di pianificare l’attività di medio periodo dell’azienda e, quindi, di verificare il mantenimento di valore della stessa e dei suoi asset nella logica della continuità aziendale. Nel momento in cui un’azienda entra in crisi, infatti, diventa molto più difficile mantenere la valorizzazione degli asset che compongono il patrimonio aziendale e permettano un’adeguata copertura del debito di terzi”.

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