di Davide Soattin
“In questo giorno in cui celebriamo l’Unità Nazionale e festeggiamo le Forze Armate, desidero trasmettere il più vivo apprezzamento del Paese per la professionalità e le qualità umane espresse dai militari e dai dipendenti civili della difesa nella loro attività. Ad essi e alle loro famiglie rivolgo l’augurio più cordiale. Viva le Forze Armate, viva la Repubblica”.
Attraverso il consueto messaggio scritto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e letto dal comandante del Coa di Poggio Renatico Claudio Gabellini a una gremita piazza Trento Trieste, anche Ferrara ha festeggiato il tradizionale appuntamento con il 4 novembre, giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, prima con la cerimonia dell’alzabandiera sulle note dell’inno di Mameli e poi con la deposizione di una corona d’alloro al sacrario dei caduti per la libertà presso la torre della Vittoria, alla presenza delle massime cariche istituzionali laiche e religiose della città.
Momento più significativo ed emozionante della manifestazione è stato il simbolico passaggio di testimone tra diverse generazioni, con lo stesso Gabellini che ha donato una bandiera tricolore – “segno del futuro della Nazione da difendere” – al liceo Ariosto di Ferrara, presente nella persona di Giulia Zagatti, rappresentante degli studenti e protagonista di una riflessione dal grande spessore politico, ma prima di tutto umano.
“Il cittadino – ha spiegato la studentessa – ha libertà di parola, di pensiero e di esprimere la propria opinione che, essendo all’interno di una democrazia, deve essere rispettata e supportata. L’identità italiana cresce e si consolida all’interno della mentalità di tutti noi. E non si parla solo di identità etnica, perché ritengo che limitarsi all’appartenenza di un territorio sia restrittivo e potrebbe implicare una politica di insano nazionalismo. Mi riferisco perciò a quello che ci distingue, alla nostra storia, ai nostri ricordi, alla nostra memoria e cultura. Un’importante idea di identità inclusiva e aperta a ogni nuova realtà”.
L’intervento è poi proseguito: “Proprio questa caratteristica ha permesso all’Italia di inserirsi in un Europa multiculturale, arricchendola e arricchendosi dall’incontro con le altre nazioni. Mi auguro che tale confronto possa essere positivo ancora per molto tempo. Oggi le qualità che hanno contraddistinto l’Italia e permesso un buon rapporto con l’Europa vengono meno. Sto alludendo all’integrazione che va di pari passo con l’inclusione, al rispetto per se stessi e per il prossimo. Si stanno innescando dinamiche che mirano al rinforzo dei confini e questo andamento porta inevitabilmente a conflitti”.
“Sarebbe – ha chiuso la rappresentante studentesca – più vantaggioso sfruttare i confini per renderli un luogo di inclusione e mescolanza di popoli, che favorisca l’interculturalità, l’integrazione e un processo di pace. Tutto questo permetterà il mantenimento di un rapporto proficuo tra tutti gli Stati europei e ugualmente sarà possibile trarre beneficio dal confronto tra culture, etnie e modi di vivere diversi. Ridiamo alla nostra cara Italia i suoi aspetti più belli per un futuro migliore di quello che stiamo impostando. Sono orgogliosa di essere italiana, ma anche l’organizzazione più bella può essere migliorata, motivo per cui il nostro impegno deve essere quello di difendere i valori della democrazia e della libertà”.
La parole è infine passata al vicesindaco Nicola Lodi, presente in sostituzione di un indisposto Alan Fabbri – motivo della incisiva presa di posizione della presidente della Provincia Barbara Paron che abbandonato la cerimonia – e protagonista di una riflessione sul significato di una ricorrenza importante: “Il 4 novembre è un giorno che si tende drammaticamente a dimenticare. Ci dobbiamo fermare a ricordare i nostri caduti e capire il significato profondo di quanto accaduto. Ognuno di noi deve fare la propria parte, contribuendo a nutrire la società di sentimenti civici. Mi auguro che questa giornata possa essere da stimolo per una concreta unità europea, capace di valorizzare e mantenere vive identità e cultura di ogni nazione perché il dialogo tra gli Stati è la base di ogni civile convivenza”.
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