Ostellato
2 Novembre 2019
Il presidente del circolo Delta del Po Marino Rizzati sul progetto di coltivazione idrocarburi avanzato da AleAnna Resources: "Se ciò dovesse accadere, sarà nostra premura comunicarlo alla Comunità Europea"

Legambiente al Ministero: “Non autorizzare trivellazioni nel Mezzano”

di Redazione | 3 min

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Comacchio, Ostellato, Portomaggiore. “Negare la concessione delle Valli del Mezzano per la coltivazione di idrocarburi ed evitare di concedere la compatibilità ambientale in un sito Natura 2000”. È quanto chiede Legambiente Delta del Po al Ministero dell’ambiente e alla direzione generale competente in materia.

Una richiesta che chiude una lunga serie di osservazioni presentate dal presidente del circolo ambientalista Marino Rizzati e relative al progetto di sfruttamento idrocarburico avanzato dalla società AleAnna Resources Llc tra luglio e agosto scorso e che prevede nel Mezzano la messa in produzione del giacimento ‘Trava’, attraverso la perforazione di 3 pozzi, l’installazione di un impianto di disidratazione del gas naturale prodotto e la posa di un metanodotto di circa 10 km di lunghezza.

Il parere negativo a tale intervento scaturisce da una serie di considerazioni in materia di salvaguardia dell’area, da alcuni anni terreno di applicazione di un importante strumento di tutela finanziato dall’Unione Europea, il progetto Life, che a sua volta sostiene misure di preservazione della biodiversità, nonchè misure di politica ambientale e di sensibilizzazione ai temi dell’ambiente.

“Una concessione per la coltivazione di idrocarburi nella Valle del Mezzano – nota Rizzati – andrebbe in contrasto con le motivazioni per le quali la Comunità Europea ha autorizzato e finanziato il progetto Life nella Valle del Mezzano, scelta proprio perché è un sito Natura 2000. Se ciò dovesse accadere sarà nostra premura comunicare alla Comunità Europea l’errore che il Ministero dell’Ambiente potrebbe commettere”.

A convincere il Ministero della sconvenienza dell’intervento proposto da AleAnna, secondo Legambiente, dovrebbero essere le varie tipologie di impatto su territorio e comunità coinvolte: quello sul traffico “su strade molto deboli e suscettibili a smottamenti”, l’impatto sul movimento terra previsto per la posa del metanodotto, con scavi che causerebbero problemi agli agricoltori, l’impatto sul paesaggio della programmata ‘Centrale Trava’, che darà all’area agricola un’aspetto “promiscuo” aprendo all’utilizzo qualunque “perché già contaminato da funzioni diverse”.

“Stiamo parlando di un’area scelta dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Comunità Europea per scopi di carattere ambientale: il Piano di gestione del Sito Natura 2000 – ricorda Legambiente – predilige la tutela ambientale e noi riteniamo che meglio sarebbe finanziare la piantumazione di migliaia di alberi: abitanti e istituzioni ringrazierebbero per avere trovato un modo per attenuare gli impatti climatici a favore di tutta la Pianura Padana”.

Infine l’associazione sottolinea come la proposta in questione “contiene elementi di disparità di trattamento tra la società proponente AleAnna e gli agricoltori che coltivano nell’area della Valle del Mezzano, che devono sottostare a regole ben definite dal Piano Natura 2000, ma anche le altre norme regionali, provinciali, comunali e dell’Ente Parco Delta del Po: l’eventuale autorizzazione andrebbe a creare una disparità di trattamento tale da essere impugnata”.

“La priorità strategica di favorire l’estrazione di idrocarburi per allentare la spesa energetica in Italia – conclude Legambiente – non tiene conto che oggi finalmente il consumo di risorse fossili è in discussione: l’attuale governo ha già dichiarato di respingere nuovi prelievi che comportino il consumo delle risorse fossili, essendo esse motivo di peggioramento dei cambiamenti climatici”.

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