Copparo. Alla fine erano quasi in un centinaio i lavoratori che, nelle due ore di sciopero indette dai sindacati per il comparto metalmeccanico, hanno partecipato giovedì mattina all’assemblea sindacale tenuta in una delle sale dello stabilimento Berco per far tornare alta l’attenzione sulle crisi industriali e chiedere al governo un intervento più ‘di polso’ contro la chiusura degli stabilimenti dettata dalle transizioni industriali, le delocalizzazioni e gli infortuni sul lavoro.
Oltre a quel centinaio stipato sotto la sala mensa – anche se qualcuno approfitta del momento per qualche sigaretta in più facendo avanti e indietro dalla porta scorrevole – ci sono poi anche i lavoratori di Lamborghini Calor a Terre del Reno e di Lte a Ostellato (più alcune realtà più piccole sparse per la provincia) che hanno replicato lo sciopero e l’assemblea davanti agli stabilimenti in uno sforzo coordinato che è il primo passo, locale, che porterà alla manifestazione nazionale dei metalmeccanici già fissata dalle sigle di settore di Cgil, Cisl e Uil per il 20 novembre a Roma.
“Durante la manifestazione abbiamo parlato delle problematiche nazionali, degli ammortizzatori sociali e di quelli che saranno gli scenari per le aziende da qui a 10 anni con la conversione alle energie rinnovabili con uno sguardo anche alle conseguenze per quelle aziende che non riusciranno a sviluppare le alternative, oltre alle centinaia di tavolo di crisi aperti ai quali il governo non ha risposto. Abbiamo portato all’ordine del giorno la situazione dalla quale andiamo avanti”, ha spiegato Igor Bergamini, RSU Fiom di Berco che ha preso parte all’assemblea della mattina insieme a Paolo Galan della UILM di Ferrara e ad altri funzionari del suo sindacato.
“Lo sciopero all’interno dell’orario di lavoro (le assemblee previste in Berco erano tre: dalle 9 alle 11, dalle 15 alle 17 e dalle 22 alle 24 per i lavoratori di ogni turno, ndr) non è sempre facile da gestire”, ha aggiunto Bergamini, “ma l’adesione da quello che ho potuto vedere nel turno della mattina era intorno al 30%, abbastanza in linea con il quadro generale per questo tipo di agitazioni. L’unica problematica è che a volte non riesce a trasportare le problematiche nazionali sui lavoratori perché si pensa sempre che queste non toccheranno mai i singoli, ma Berco ci ha insegnato che i momenti difficili possono capitare a tutti”. Nonostante questo però, nulla da segnalare almeno per ora sulla situazione particolare dello stabilimento: “È in corso una discussione aziendale e non entro nel merito: abbiamo appena fatto un incontro con il board e ci saranno incontri specifici con i lavoratori per discutere delle prospettive future”.
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