Economia e Lavoro
22 Ottobre 2019
Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil ricordano al ministro Bellanova il rischio della perdita di occupazione nel territorio

“Il danno causato dalla cimice asiatica si ripercuote su tutti i lavoratori agricoli”

di Redazione | 2 min

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Oltre cento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

A seguito dell’incontro in Prefettura a Ferrara con il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, con all’ordine del giorno la problematica relativa ai danni provocati in agricoltura dalla cimice asiatica, Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil Ferrara ricordano come sia “necessario intervenire anche sul fronte dei lavoratori dipendenti, in maggioranza stagionali, oltre che su tutta la filiera agricola, essendo pesanti le ricadute su tutto il territorio ferrarese e regionale”.

Le organizzazioni sindacali evidenziano in particolare la necessità di poter intervenire per modificare la Legge 102/04, per inserire i danni causati dalla cimice come evento calamitoso.

“In questo modo – spiegano i segretari Cristiano Pistone, Paolo Fabbiani e Mirko Cavallini – si potrebbe ottenere il blocco dei pagamenti dei contributi per le aziende colpite e si potrebbero applicare i benefici della calamità ai lavoratori dipendenti a tempo determinato e stagionali. Si supererebbe infatti quanto previsto dalla legge, che stabilisce la dipendenza del diritto del lavoratore all’effettivo ottenimento da parte dell’azienda del rimborso dei danni, ad oggi richiesta difficilmente percorribile a causa di un iter burocratico difficoltoso”.

Con l’attuale assetto normativo, per qualsiasi evento calamitoso è praticamente impossibile per i lavoratori ottenere qualsiasi beneficio.

Flai, Fai e Uil ricordano che il problema dei danni provocati della cimice asiatica “si ripercuote su tutti i lavoratori inquadrati in previdenza agricola, da quelli del settore primario tradizionale, a quelli impiegati nella cooperative agricole e nella trasformazione”.

Nell’anno appena trascorso, erano circa 17.000 i lavoratori stagionali impiegati in agricoltura, che con la loro professionalità fornivano valore aggiunto alle produzioni di eccellenza ferraresi, a partire da quelle ortofrutticole.

“E’ necessario infine – concludono – promuovere una maggiore sinergia tra istituzioni e Inps, al fine di conoscere il numero esatto di giornate che potrebbero essere integrate e piena consapevolezza del rischio della perdita di occupazione nel territorio”.

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