Attualità
7 Ottobre 2019
Incontro nel segno della legalità a Internazionale, tra criminalità e traffico illegale di rifiuti. La giornalista d'inchiesta Romana Puiulet: "La mafie italiane e rumene lavorano molto bene insieme"

Pollice nero, quando calpestare l’ambiente aiuta gli affari illeciti

di Redazione | 4 min

Leggi anche

Bancarotta fiscale. Stangate per due ferraresi

Due ferraresi, una donna di 46 anni e un uomo di 55 anni, rispettivamente amministratore di diritto e di fatto di una società fallita con sede nell'Alto Ferrarese, sono stati condannati a 6 anni e 4 anni e 4 mesi dal tribunale di Ferrara con l'accusa di bancarotta fiscale

di Davide Soattin

La legalità prende vita a Internazionale, e lo fa camminando in quelle che sono state le idee e le parole dei protagonisti che hanno preso parte a Pollice Nero-la criminalità organizzata all’attacco dell’ambiente, incontro tenutosi nel cortile del Castello Estense e incentrato interamente sull’evoluzione delle ecomafie sia in Italia che a livello europeo.

Su questo fronte, Legambiente è venticinque anni che prova a dare sostanza con i numeri alla realtà di tutti i giorni, attraverso un lavoro di analisi, ricerca e denuncia contenuto nel Rapporto Ecomafie, come illustrato da Enrico Fontana: “Agli inizi, all’idea che le mafie potessero fare affari con i rifiuti non ci credeva nessuno, nemmeno i magistrati che ascoltavano i primi collaboratori di giustizia. Nel corso dell’anno passato, in Italia, sono stati commessi oltre 28mila reati contro l’ambiente, equivalenti a 3.2 ogni ora. Tutti riconducibili a reati d’impresa che derivano da attività economiche: dalla gestione illegale dei rifiuti al riciclo del cemento”.

“A questo proposito – ha continuato il rappresentante di Legambiente nel suo racconto – dal 2018 a oggi abbiamo stimato un giro d’affari di 16,6 miliardi di euro, con conseguentemente il pil delle ecomafie che continua a crescere insieme alla corruzione. Nonostante ciò, non è da considerarsi comunque tutto nero quello che ci circonda. Ci sono anche cose positive, come per esempio l’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel codice penale, dopo ventun anni in cui passava impunito. Le forze dell’ordine e la magistratura infatti stanno cominciando a reagire per reprimere i fenomeni criminali”.

Fenomeni non molto lontani dalla nostra quotidianità, come raccontato da due storie che riguardano il ciclo illegale dei rifiuti nel nord e nel sud Italia: “La prima è inchiesta è quella delle Strade al veleno ordinata dal Dda di Venezia, che ha visto l’interessamento di paesi vicini come Budrio, Imola e Casalecchio, dove sono state realizzate tonnellate di conglomerati bituminosi non trattati per fare il sottofondo stradale e così accumulare milioni di euro da profitti illeciti. L’altra invece viene da Napoli e si chiama Operazione Gatto Silvestro, in cui i rifiuti trafficati illegalmente venivano miscelati con la pozzolana per farci mattoni utilizzati in edilizia. Da gennaio a settembre 2014, solo da questa attività illecita sono state trafficate 200mila tonnellate di rifiuti, che hanno visto anche il coinvolgimento di numerosi soggetti e attori vicini a clan mafiosi”.

“Le nostre mafie – ha successivamente affermato Romana Puiulet, giornalista d’inchiesta rumena – lavorano molto bene insieme. I rifiuti provenienti dall’Italia e dalla Germania arrivano nei cementifici della Romania e della Bulgaria, in cui non vengono bruciati, costituendo un business molto proficuo, tale da trarne più profitti che dalla produzione di cemento, visto che vengono proprio pagati per fare ciò. Molti di questi rifiuti provengono da Napoli, da Brescia e da altre località, risultando spesso e volentieri contaminati e tossici. Portarli verso l’Europa dell’est è molto più economico, ma soprattutto legittimato dal fatto che nessuno va a controllare le immissioni, in seguito a una legge che permette ai vari cementifici di monitorarsi da soli”.

La situazione a casa nostra non è tanto diversa. Basti pensare a quello che ogni giorni si vive ormai da decenni in Puglia, una regione davvero martoriata sotto l’aspetto dei danni ecologici e ambientali contemporaneamente alla nascita e alla crescita della Sacra Corona Unita, come sottolineato dal regista Davide Barletti: “Stiamo parlando di una mafia radicata nel territorio, composta da circa una trentina di clan che prendono posizione su circa tutta la geografia regionale, fa soldi attraverso gli affari provenienti dal traffico di sigarette e capisce che i veri business sono gli uffici e le amministrazioni comunali”.

“Oggi come oggi – ha concluso Barletti – la regione Puglia ha tre grandi emergenze ambientali: l’Ilva a Taranto, una centrale a carbone più grande d’Europa a Brindisi e la xylella. Quest’ultima è un fenomeno di devastazione delle campagne che sicuramente sarà uno dei settori su cui la criminalità organizzata sta puntando gli occhi, visto che si parla di milioni e milioni di alberi e terreni che perderanno quella che è la loro destinazione d’uso e verranno riconvertiti con finanziamenti a pioggia. Lì si sposterà il focus della grande criminalità, motivo per cui penso che queste saranno le sfide che dovremo affrontare nei prossimi anni”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com