Politica
23 Settembre 2019
Il presidente della Regione punta al bis e apre al M5S. Per la scissione renziana nemmeno una parola. E alla sfidante Bergonzoni: “L’Emilia Romagna non è di un partito, nessuno se la può prendere”

Regionali. Bonaccini da Porotto. “Se vinceremo noi sarà un segnale per tutta l’Italia”

di Redazione | 3 min

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Nessuna menzione della scissione renziana, apertura ai Cinque Stelle e rivendicazione di quanto fatto negli ultimi 5 anni per l’Emilia Romagna. Stefano Bonaccini a Porotto lancia la sua campagna elettorale in vista delle elezioni regionali per la riconquista del palazzo di via Aldo Moro.

“Se alle prossime elezioni regionali vinceremo noi, sarà un segnale importante, al punto che può diventare esempio per tutta l’Italia, perché vuol dire che da qualche parte il centrosinistra torna a vincere”, afferma alla festa ‘Porotto Insieme’, davanti a un pubblico raccolto nell’area ristoro per via del maltempo, affollata da chi mangia e da chi è venuto solo per ascoltarlo,

Bonaccini bypassa gli scissionisti renziani non menzionandoli – era presenta la presidente della Provincia Barbara Paron che qualche giorno fa ha annunciato il suo passaggio a Italia Viva – e si guadagna molti applausi quando attacca la sfidante, Lucia Bergonzoni della Lega, che “va dicendo nei suoi interventi che la Lega si prenderà anche l’Emilia Romagna. No, l’Emilia Romagna non è di un partito, nessuno se la può prendere, perché l’Emilia Romagna è dei propri abitanti”. In armonia con la situazione a Roma e con quanto accaduto in Umbria (dove un candidato civico viene sostenuto dai dem e dai grillini), Bonaccini si è dice disponibile a ragionare anche con il Movimento 5 Stelle, senza steccati né pregiudizi.

Ma il suo discorso è principalmente una rivendicazione di quanto fatto durante il suo mandato: “Nell’era del populismo conta più quel che si dice che quel che si fa – afferma – ma io, noi, voi, se vogliamo vincere alle prossime elezioni dobbiamo invece dire quel che si è fatto; e ribadire che in Emilia Romagna stiamo raggiungendo dei record straordinari”.  Fra questi il tasso di disoccupazione portato al 5% dal 9% di partenza: “E mentre l’Italia si è fermata, noi siamo andati avanti”, dice per poi richiamare l’esempio di Milano Marittima, dove un fortunale, settimane fa, aveva creato un disastro “e in poco più di 24 ore, con l’intervento di tutti e il coordinamento della amministrazioni locali, quella località, ancora ferita certamente, è ritornata però alla normalità”. Anche la ricostruzione post sisma ha la sua parte come esempio di efficienza del territorio, della popolazione e delle sue amministrazioni pubbliche emiliano romagnole: “La metà dei Comuni interessati ha completato la ricostruzione; e l’altra metà la sta terminando”.

In apertura sono stati il consigliere comunale Francesco Colaiacovo e il segretario regionale del Pd Paolo Calvano a prendere la parola. “Proprio il fatto che qui si impegnano insieme diverse realtà, ottenendo dei risultati, mi fa dire che questo è lo spirito con cui il Pd della nostra Regione intende lavorare nel futuro, anche se in questi giorni qualcuno se ne è uscito dal partito in maniera, a mio avviso, immotivata”, sostiene proprio Calvano, nell’unico riferimento alla scissione di Renzi, pronunciato in maniera decisa ma non polemica. La frase pepata e polemica, invece, Calvano l’ha detta rivolgendola alla candidata della Lega emiliana: “La strumentalizzazione dei bambini ai fini politici è la cosa più brutta che si possa fare. Dico strumentalizzazione perché quando noi in Emilia Romagna abbiamo insediato la commissione regionale per far luce sulla vicenda di Bibbiano, proprio loro, quelli della Lega, non hanno partecipato”.

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