Euforico come chi si è liberato di un peso che l’opprimeva, da anni. Una euforia esplosa alla lettura della sentenza con cui la Corte di Cassazione, nei giorni scorsi, ha confermato le assoluzioni per Giovanni Donigaglia e Renzo Ricci Maccarini, numero uno e due dell’ex Coopcostruttori, per i reati a loro ascritti legati al crac del colosso cooperativo e delle infrastrutture argentano. Vale a dire ad esempio bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, emissione di azioni apc, fatturazioni e altri capi di imputazione, poi tutti appunto cassati.
“Sono contento, soddisfattissimo – commenta l’ex patron dell’azienda – per come sono andate le cose e perché si è scritta finalmente la parola fine su questa dolorosa vicenda che si trascina da 16 anni. E che conferma quanto emerso nel processo d’appello del 15 gennaio 2018 sui bilanci. E cioè che non vi è stata alcuna truffa, frode o inganno”.
Resta invece confermata la condanna per dissipazione nella vicenda Spal: per quei 38 milioni di euro versati alla società calcistica biancazzurra estense tra gli anni ’90 ed il 2000. “Una operazione di finanziamento – spiega Donigaglia – che andava incontro alle volontà sportive della comunità ferrarese, e di cui noi ce ne facemmo carico”. Ma su questo fronte pare si faccia largo l’ipotesi di un condono delle pene che sono già state commutate.
Con questo ultimo atto si chiude insomma una vicenda che ha duramente colpito l’economia locale e non solo, coinvolgendo anche migliaia di soci, lavoratori, prestatori e risparmiatori. “Un argomento questo – aggiunge Donigaglia – che comunque mi rasserena visto che, tramite il Comitato Consumatori Codacons, ho già traslato il risarcimento degli oneri per danni civili di mia competenza a circa 340 soci, e ho anche già pagato la mia quota di spettanza relativa alle parcelle legali degli avvocati di controparte”.
Questa operazione avrebbe evitato a Donigaglia azioni di rivalsa in sede civilistica. Che resterebbero invece possibili per il suo ex vice presidente, Renzo Ricci Maccarini, di altri due sindaci-revisori (e gli altri condannati) visto che la Cassazione non ha accolto i ricorsi, rimane così la condanna per la bancarotta fraudolenta per dissipazione per la vicenda Spal e la strada aperta dalla formula assolutoria usata dalla Corte d’Appello, il fatto non costituisce reato, che consente le azioni civili.
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