Politica
29 Agosto 2019
L'ente replica alla consigliera regionale sui presunti conflitti d'interesse della direttrice e giudice onorario del tribunale minorile nel caso Bibbiano: “Aiuti proposti dai sindaci e decisi dal Comitato dei garanti, non altri”

Minori. La Fondazione vittime reati replica a Sensoli sulla Buccoliero

di Redazione | 2 min

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Raffaella Sensoli

Questa volta è la Fondazione vittime dei reati a intervenire per rispondere alla consigliera regionale Raffaella Sensoli, che chiede che la sua direttrice, Elena Buccoliero, divenga oggetto di attenzione della commissione regionale d’inchiesta sugli affidi dei minori.

Per Sensoli (M5S), che è vicepresidente della commissione d’inchiesta, la Buccoliero, nel suo doppio ruolo di presidente della Fondazione e di giudice onorario del Tribunale dei minori di Bologna, “potrebbe aver provocato un profondo conflitto di interessi innescando anche anomalie nell’assegnazione dei fondi elargiti dalla Fondazione ai casi giudiziari al centro dell’inchiesta di Bibbiano”.

La Fondazione spiega invece che i casi sui quali è eventualmente chiamata a intervenire “sono proposti dai sindaci” e che “a decidere gli aiuti è il Comitato dei Garanti della Fondazione, non altri”. La Fondazione ricorda inoltre che non lei “stabilisce a quale specialista la vittima di reato si possa eventualmente rivolgere nel suo percorso di recupero e sostegno” e che “interviene normalmente prima della sentenza, accogliendo, nel caso, la richiesta che arriva dal sindaco”.

Sempre la Fondazione ricorda che si tratta di precisazioni già note a Sensoli da settimane, insieme “alle informazioni sulle 8 istanze ricevute dalla Val d’Enza negli ultimi tre anni, sulle 76 complessive gestite dalla Fondazione”, come spiegato dal presidente Carlo Lucarelli in una nota ufficiale risalente al 16 luglio.

Secondo quanto spiegato dalla stessa Buccoliero in un’intervista pubblicata su FerraraItalia, delle 8 richieste provenienti dall’Unione Val d’Enza “nessuna faceva riferimento a un procedimento che io avessi trattato al tribunale per i minorenni. Su otto ne sono state accolte sette. Di queste, una aveva come vittima una persona adulta. Le altre sei riguardavano bambini presunte vittime di maltrattamenti fisici o sessuali. Ma per tre di queste sei richieste di contributo c’era già stata una condanna penale di primo grado a carico del maltrattante, nelle altre il procedimento penale era in corso”.

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