Economia e Lavoro
25 Agosto 2019
Coldiretti chiede un incontro urgente in Regione per attivare immediatamente le soluzioni. L'incontro è stat concesso per il 28 agosto

Emergenza cimice asiatica, non si può più aspettare

di Redazione | 3 min

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“Con una perdita di prodotto che va dal 40 al 100% in tutta la regione e un danno sulla produzione nazionale che ha raggiunto i 250 milioni di euro, il flagello della cimice asiatica si è trasformato in una vera e propria emergenza ed è necessario organizzare al più presto un incontro con i vertici della Regione per attivare immediatamente una serie di soluzioni per far fronte a una situazione ormai insostenibile”.

È quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna nel denunciare come l’impatto della cimice asiatica sulle colture della nostra regione abbia abbondantemente superato i livelli di guardia. 

La “cimice marmorata asiatica” – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – è arrivata dalla Cina ed è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto.

È, innanzi tutto, necessario che sia garantito un significativo finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità – afferma Coldiretti Emilia Romagna – in una situazione in cui dall’inizio dell’estate si sono verificati lungo la Penisola 725 eventi estremi tra tempeste, trombe d’aria grandinate e nubifragi, quasi il doppio dello scorso anno (+88%) che hanno devastato le campagne italiane e hanno colpito duramente anche la nostra regione.

Ma per fermare la strage dei raccolti causati dalla cimice asiatica che con il caldo si sta moltiplicando nelle campagne e in città – afferma Coldiretti Regionale – per ora è possibile solo utilizzare protezioni fisiche come le reti a difesa delle colture. E se, come è stato più volte richiesto da Coldiretti Emilia Romagna, è necessario dare la massima priorità ad accelerare l’iter per l’utilizzo di insetti antagonisti contro la cimice, la gravità della situazione impone che assieme alla Regione si riescano al più presto a individuare interventi finanziari e agevolativi per far fronte al mancato reddito delle imprese, attraverso convenzioni con le banche, l’intervento dei Consorzi Fidi, la sospensione di mutui, pagamenti, tasse, contributi per compensare e non appesantire il bilancio delle aziende gravato dalle spese colturali sostenute per una produzione che rischia di venire azzerata e di non produrre quindi alcun reddito. 

“Non possiamo avere tempi ordinari rispetto a emergenze come l’arrivo di specie aliene che invece richiedono provvedimenti rapidi del Ministero dell’Ambiente, controlli sulle merci importate nel nostro Paese e adeguati interventi per aiutare le aziende a sostenere i danni”, conclude Coldiretti Emilia Romagna.

La richiesta non è rimasta inascoltata: “Siamo assolutamente consapevoli dell’impatto negativo sulle coltivazioni della cimice asiatica, tanto che è già convocato un vertice mercoledì prossimo, 28 agosto, in Regione con le Associazioni agricole e le organizzazioni dei produttori ortofrutticoli. Insieme valuteremo e adotteremo le misure più efficaci per sostenere un comparto come quello agricolo, fondamentale per l’economia regionale”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, dopo l’allarme lanciato oggi da Coldiretti Emilia-Romagna sulla grave situazione causata dalla presenza delle cimici asiatiche.

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