Lettere al Direttore
24 Agosto 2019

Don Mauro Ansaloni e la Chiesa “in uscita”

di Redazione | 2 min

La “misericordia” bergogliana ha colpito ancora.

Dopo l’imbarazzato silenzio dello scorso anno, seguito alla cacciata della Fraternità di Familia Christi da Santa Maria in Vado, un altrettanto assordante silenzio avvolge oggi l’ultima scelta ferragostana di Giancarlo Perego: mandare in esilio Mons. Mauro Ansaloni, appassionata guida pastorale della Sacra Famiglia, senza un minimo di dialogo e di confronto non dico con i suoi parrocchiani, ma neppure con il Consiglio Pastorale della sua Comunità.

Evidentemente, il “fondamentale coinvolgimento del laicato”, così caro al nostro Arcivescovo, altro non è se non uno slogan da spendere nelle prediche, quando c’è da chiedere aiuto per evitare che il vacillante barcone della nostra Chiesa particolare affondi definitivamente.

Viene meno, al contrario, quando si tratta di assumere decisioni che coinvolgano la carne viva delle parrocchie, fatta di amore, preghiere, affetti, solidarietà, vicinanza e conforto, fragilità e spirito di collaborazione.

Non che la cosa mi stupisca, per carità: in fondo, nell’ottica di Perego, il “prossimo” è il migrante, non certo i fedeli delle parrocchie cittadine.

Rimane il fatto di un’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio che con Sua Eccellenza appare sempre più distante dal Popolo di cui dovrebbe occuparsi, sempre meno in grado di ascoltarlo, sempre più lontana dai suoi bisogni, dai suoi smarrimenti, dalle sue domande di senso, dalla sua attesa di ascolto. Così ansiosa di inseguire il “mondo” fino ad indentificarvisi, da non accorgersi più del disperato bisogno di Cristo che in questo Popolo ferrarese, lasciato solo e senza autorevoli esempi, alberga come non mai.

A Mesola, a Massenzatica, a Gorino, o dovunque la Provvidenza sceglierà di farne uno strumento nelle sue mani, l’amico Don Mauro troverà occasione per farsi volere bene, com’è sempre stato da quando ha cantato la sua Prima Messa.

Ma poi c’è un’altra storia: quella di chi rimarrà, alla Sacra Famiglia, privato della sua presenza.

Per i fedeli e in particolare per i tanti bambini e ragazzi che frequentano così le Primarie “Mosti”, “Pascoli” e “Tumiati” come le Medie “Bonati” e che in tutti questi anni hanno trascorso le loro giornate tra le mie Scuole e il suo Oratorio, il nostro caro “Don” è sempre stato un solido e irrinunciabile punto di riferimento e di dialogo: a tutti ha riservato un sorriso, una parola buona, una concreta opera di carità, che da domani saranno solo un doloroso ricordo.

In molti di loro, come nel sottoscritto, sono certo resterà l’amaro retrogusto di una Chiesa ferrarese a tal punto “in uscita” da non essere più in grado di guardarsi dentro, così da accorgersi dei tanti preziosi tesori sepolti sotto le macerie provocate dalla sua indifferenza.

Stefano Gargioni

Dirigente Scolastico

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