Comacchio
24 Agosto 2019
Il grande regista tra selfie e autografi per la proiezione del film gotico girato nel Delta: "Mi piace stare in sala, sentire la paura". Mercoledì 28 agosto si replica al cinema Apollo

Bagno di folla per Pupi Avati alla prima de “Il Signor Diavolo” a Comacchio

di Redazione | 3 min

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Comacchio. “Ho fatto un film per spaventarvi, spero di esserci riuscito”. È l’augurio di Pupi Avati alla platea che giovedì sera ha affollato il Cinepark di Comacchio per assistere alla prima nazionale de “Il Signor Diavolo”, ultimo lavoro del regista bolognese girato fra le valli del Delta.

Avati è stato accolto da un vero e proprio bagno di folla: oltre 400 spettatori tra cittadini e turisti che trascorrono le vacanze estive ai lidi hanno visto la sua ultima opera in due turni di proiezione, alle 20.30 e alle 22.30, in compagnia dello stesso cineasta che non si è sottratto a foto, autografi e domande dei fan, giovani e meno giovani.

Il regista che ha narrato per immagini tanta storia d’Italia e ha immortalato vizi e virtù di un popolo così variegato, si è detto “emozionato davanti alla nascita di un figlio” e ha espresso grande stima e riconoscenza al Comune di Comacchio e a tutti quelli che, nel periodo di lavorazione del film, si sono prodigati affinché il lavoro della sua troupe potesse svolgersi nel miglior modo possibile.

“Ogni mio film è una cartolina, un messaggio d’amore a qualcosa o qualcuno. Sono tornato al genere gotico perché è un terreno affascinante sul quale muoversi – ha spiegato Pupi Avati al pubblico che ha riempito la sala in entrambe le proiezioni in programma –. Mi è sempre sembrato un po’ strano che la gente pagasse un biglietto per farsi spaventare. Ma, in realtà, da ragazzo pure io lo facevo, mi piaceva farmi spaventare“.

Un legame che viene da lontano. “La nostra cultura e la nostra infanzia erano costellate di favole contadine e orrorifiche, superstizioni che davano forma a racconti “de paura”, come dicono a Roma – ha raccontato il maestro -. Se ci pensate, le prime storie orrorifiche venivano dai preti che dall’altare raccontavano delle punizioni inflitte ai peccatori all’inferno e noi, lì che ascoltavamo, davvero ci spaventavamo”.

Con Il Signor Diavolo “ho voluto raccontare una di queste storie e ambientarla in queste terre, piene di ombre e cupezze, ad un tempo belle ed inquietanti, che conservano vicende misteriose dietro i muri delle abitazioni. Oggi la paura la possiamo comprare nei videogiochi, nei film, nelle sollecitazioni delle immagini. La paura tua è diversa, è vera, la senti: è quella viene da dentro, come l’orrore di l’essere chiuso in una stanza buia di cui non conosci le dimensioni, le forme, la via per uscire”.

Grande apprezzamento per il film e tanta soddisfazione per il Cinepark che, come hanno tenuto a ribadire i gestori Erik Protti e Luca Fraboni, punta sempre di più a un’offerta di sala variegata e interessante, che possa avvicinare il pubblico a chi il cinema lo fa grazie a proposte di spessore.

Ad accoglierlo, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, l’assessore Maria Chiara Cavalieri, che si augura per il futuro altre collaborazioni tra Avati e il territorio comacchiese, un luogo a lui molto caro e che visita sempre con molto piacere dai tempi de “La casa dalle finestre che ridono” risalente al 1976.

Pupi Avati sarà mercoledì 28 agosto al multisala Apollo di Ferrara, dove  presenterà personalmente il film e incontrerà il pubblico. “Mi piace proprio stare in sala durante le proiezioni dei miei film. In Il Signor Diavolo mi piace molto sentire la gente tenere il fiato, fermare ogni movimento per la paura” ha confermato Pupi Avati che scherzosamente – ma forse non troppo – ha augurato a tutta la platea di “aver paura” perché questo è il suo scopo.

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