Gentile Direttore,
nel ringraziarLa per la Sua attenzione, Le scrivo affinchè esprima la mia riconoscenza alla Sua attenta Redazione, che si è intelligentemente preoccupata di leggere per intero l’intervista di Gian Antonio Stella a mio marito apparsa sul Corriere della Sera del 28 agosto 1995.
Se i Signori Giorgio Fabbri e Mauro Marchetti avessero letto tutta l’intervista, oggi avrebbero le idee più chiare.
“Nota della redazione. Gentili Fabbri e Marchetti, senza volerci sostituire alla signora Rossana Luttazzi, evidenziamo però che lo stesso artista, nell’intervista a Gian Antonio Stella segnalata da entrambi, spiega chiaramente (e col suo stile) la sua posizione in merito al fascismo e l’episodio che viene raccontato, e che riportiamo per estratto, pare piuttosto chiarificatore: […] i compagni del suo reparto di stanza a Fiume, assieme ai quali aveva progettato di passare coi titini, erano stati infatti presi dai tedeschi e portati alla risiera di San Saba. Come mai aveva accarezzato l’ idea di saltare il fosso? “Avevo sempre odiato il fascismo, non avevo ancora assistito all’ occupazione jugoslava della mia Trieste e credevo, pensi un po’, che siccome i partigiani di Tito erano alleati dell’ America amassero anche loro Louis Armstrong”.
Dico ai Signori Fabbri e Marchetti che non sono infastidita, mi spiace molto che mio marito purtroppo non ci sia più perchè lui sì, avrebbe potuto risponderVi in modo intelligente a concetti non veritieri. Vi consiglio un romanzo scritto da mio marito: “L’Erotismo di Oberdan Baciro” edito da Einaudi collezione coralli. Forse scoprirete qualcosa di più.
Per quanto mi riguarda chiudo qui questa sterile polemica.
Grazie Direttore, cordiali saluti.
Rossana Luttazzi