Politica
9 Agosto 2019
L'onorevole è stato ospite della Festa de l'Unità. Sulle spaccature in casa Pd: "Non credo si possa andare avanti così"

Marattin a Bondeno: “Spaventa l’approccio culturale di Salvini”

di Redazione | 3 min

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di Davide Soattin

Bondeno. A metà strada tra quella che è stata un’autocritica intellettualmente onesta e la speranza di un futuro diverso per il Partito Democratico, la serata-dibattito “senza peli sulla lingua” con Luigi Marattin – organizzata dalla Festa Provinciale de l’Unità matildea – ha visto il capogruppo del Pd in Commissione Bilancio alla Camera districarsi tra le diverse e numerose tematiche che stanno caratterizzando lo scenario politico nazionale.

A partire dalla rovente situazione attuale, con il governo diviso in Senato sulla mozione relativa alla Tav: “Non so cosa succederà in queste ore, ma posso solamente dire che la scena a cui abbiamo assistito è un’immagine dannosa per il nostro Paese. Sono mesi che si va avanti così. Ora che sia l’ennesima puntata di un brutto film o che sia la sua fine, io questo non riesco a dirlo. A mio avviso, la resa dei conti sarà a settembre perché se Salvini avesse voluto andare al voto avrebbe staccato la spina prima, ma tutto ciò non è accaduto, soprattutto per la tendenza degli alleati di governo a ingoiare qualsiasi cosa”.

“Un governo – ha rincarato la dose Marattin – che non può durare, che prima va a casa e meglio è. Questo perché credo sia nell’interesse degli italiani che un’incompetenza, un’ignoranza e un disprezzo per i valori del genere vengano rifiutati. Dopodiché, il Paese un tema deve porselo, vedendo soprattutto come questi bisticci tra alleati non sono nuovi nella nostra politica. Dobbiamo infatti riuscire a mettere mano al nostro sistema istituzionale per avere una maggioranza stabile in cui non vedere più i teatrini, dando la possibilità al popolo di decidere e a chi dovrà governare di avere il tempo sufficiente per completare il proprio programma. Per poi tornare nuovamente davanti ai propri elettori e farsi giudicare per quello che si è riusciti a fare”.

Successivamente, l’onorevole ferrarese si è soffermato su quello che sarà a suo dire il vero pericolo della futura legge di bilancio: “Quando sento parlare Salvini, a me spaventa l’approccio culturale dietro le sue parole. Dal punto di vista economico, dice che serve il taglio delle tasse e servono investimenti, e quindi li facciamo col deficit. C’è questo tentativo di far credere agli italiani che tutto quello che ci piace è possibile, arrivando a far passare l’idea per cui fare politica e amministrare una comunità sia semplicemente dare alla gente tutto quello che chiede, sapendo che c’è un pozzo senza fondo dove i soldi possono essere presi. E se non si riescono a prendere, la colpa è di sicuro di qualcun altro che ce lo sta impedendo, che sia la Bce o l’immigrato”.

Il fulcro della discussione si è infine animato con l’analisi del momento attraversato dal Pd dalla sconfitta elettorale del 4 marzo 2018: “Non credo che possiamo andare avanti così. Qualcuno pensa che non abbiamo idee, ma in realtà ne abbiamo pure troppe e nemmeno ce le siamo tenute nascoste. Questo però non basta, perché chi ci guarda da fuori deve avere la percezione che queste vengano portate avanti attraverso un gruppo dirigente unito, una leadership, con messaggi chiari e organizzazione. E noi, non ce li abbiamo mai avuti negli ultimi anni. Un senso di comunità politica che sembra non esserci più in questo partito e mi interrogo se ci sia mai stata. Il Paese prima o poi si sveglierà da questa ubriacatura e, nel caso in cui non la farà, visto soprattutto il genere di riforme costituzionali che sono in cantiere, finiremo male sotto il punto di vista delle tutele democratiche”.

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