Altre duecento firme per dire no agli impianti di smaltimento fanghi. Sono quelle che ha raccolto nei giorni scorsi il Coordinamento No Fanghi di Argenta, Ostellato e Portomaggiore, che ha intenzione di inoltrare al ministero quella che è a tutti gli effetti una petizione “per chiedere l’interruzione della creazione di nuovi impianti, la drastica riduzione dei limiti delle sostanze nocive presenti nei ranghi, l’intensificazione dei controlli sugli impianti in essere”.
Il coordinamento con una nota si schiera al fianco del sindaco di Ostellato Elena Rossi, che “bene ha fatto ad emettere l’ordinanza di sospensione dell’attività di un’azienda che tratta i fanghi per salvaguardare la salute pubblica”, e assicura che non abbasserà la guardia: “Resta prioritario battersi perché questi fanghi, seppur trattati, non vengano utilizzati quali fertilizzanti per l’agricoltura o che vengano dispersi nell’ambiente impunemente”.
Ad avvalorare questa tesi il fatto che “diversi ricercatori hanno dimostrato che in questi fanghi, che sono sempre prodotti da insediamenti misti, si trovano sostanze altamente dannose per la salute di chi lavora in agricoltura e per l’alimentazione umana”.
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