Comacchio. “È inaccettabile che la Regione continui a tollerare quella che, nei fatti, è una zona franca per la caccia all’interno del parco del Delta del Po”. Non usa mezzi termini il consigliere 5 Stelle Andrea Bertani, che ha così commentato il question time sulla regolamentazione della caccia all’interno di un’area contigua alle Valli di Comacchio, tema che martedì mattina ha tenuto banco in Regione.
Gli occhi sono puntati in particolare sull’attività svolta dall’Azienda Valliva Particolare di Caccia Valli di Comacchio. “Non è possibile che ci siano delle regole fissate dal Piano regionale che non siano applicabili per quell’area e, in particolare per un’azienda, creata tra l’altro dal Comune. Così come è inaccettabile che il Pd – aggiunge Bertani – presenti un emendamento al bilancio per chiedere una proroga della situazione attuale privando così la Regione degli incassi che gli spetterebbero per legge”.
“Se la proposta del Pd dovesse passare – avverte il consigliere – presenteremo una segnalazione alla Corte dei Conti per danno erariale. Davanti alle nostre domande e ai nostri, l’assessore Caselli ha incredibilmente risposto che si sta provvedendo a una rimodulazione del regolamento faunistico in scadenza che terrà conto delle varie criticità evidenziate: una risposta che ovviamente non può bastare, perché non spiega come mai fino ad oggi in quell’area si sia nei fatti creata una sorta zona franca che non fa riferimenti alle regole sancite dal Piano faunistico venatorio della Regione, dove il Comune di Comacchio ha addirittura incassato risorse che invece dovevano essere indirizzate alla proprio alla Regione”.
Una situazione che ora, “grazie a un emendamento al bilancio presentato dalla consigliera Marcella Zappeterra, il Pd prevede di prorogare per un’altra stagione venatoria: è inaccettabile – conclude Bertani – e c’è anche un altro aspetto da considerare: se il Governo dovesse impugnare la legge di bilancio a causa di questa proroga per noi illegittima, il rischio è che il regolamento di caccia decada, non permettendo così la caccia neanche nelle altre aree contigue al parco del Delta del Po, come Cervia, Argenta, Codigoro e Mesola”.
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