La lettera a Conte e a Mattarella delle monache clarisse, che offrono generosamente “spazi e aiuti” ai migranti, mi ha lasciato assai perplesso. Gesù insegna che le opere di carità si compiono in silenzio, senza strombazzare aperture e disponibilità (“Non sappia la tua destra ciò che fa la sinistra”). E Gino Bartali diceva che certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca.
Se le clarisse del Corpus Domini (per restare a Ferrara) vogliono fare del bene (a partire dal “prossimo più prossimo”) le occasioni non mancano, pure nella nostra città, dove c’è gente che ha perso la casa e dorme in macchina, ma per pudore non va a raccontarlo in giro.
Mi chiedo inoltre: come mai non si è registrata la disponibilità mediatica delle clarisse sotto i governi di centro-sinistra, quando i numeri degli sbarchi erano enormi?
Perché escono allo scoperto proprio ora, in un periodo nel quale la Lega è al governo e gli sbarchi sono ridotti al minimo?
Come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si prende!
Agiscano dunque, le care sorelle, facendo del bene, con il plauso di tutti. Ma con discrezione ed evitando operazioni che sembrano dettate (“absit iniuria verbis”) da marketing politico-religioso. O che,quanto meno, appaiono assai “peregrine” ( o forse…”pereghine”…).
Remo Bonora