Economia e Lavoro
14 Luglio 2019
Coldiretti segnala perdite dei frutti, rottura di piante, danni alle reti antigrandine ed ai tetti dei capannoni. Calderoni (Cia): “Tra mancata produzione e i prezzi oltraggiosamente bassi pagati per frutta e cereali, qui si rischia di chiudere”

Vento e grandine colpiscono duro l’agricoltura: “Decine di aziende in ginocchio”

di Redazione | 3 min

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Pioggia, grandine e vento hanno flagellato la provincia estense nelle prime ore del mattino di sabato 13 luglio, provocando danni anche alle colture, distruggendo i raccolti e le strutture e “mettendo in ginocchio decine di aziende”.

Il grido di dolore arriva sia da Coldiretti che da Cia Ferrara. Secondo Coldiretti che ha raccolto le prime segnalazioni dei propri soci, dai frutteti al mais e alle orticole, la violenza del vento e della grandine ha provocato perdite dei frutti, rottura di piante, danni alle reti antigrandine ed ai tetti dei capannoni. Da ultimo il maltempo ha martellato la zona del copparese, Formignana, Riva del Po, ma anche Ostellato, Maiero, è ancora la zona est di Ferrara, Francolino, Malborghetto. “Danni che si aggiungono ad una primavera anomala e a colture già in sofferenza, prefigurando grosse problematiche al reddito delle imprese agricole”, commenta l’associazione.

“In pochi minuti – racconta Luca Pritoni, produttore di Francolino della Cia – il vento ha praticamente sradicato mais e sorgo e la grandine ha rovinato pere e mele negli impianti non protetti dalle reti. Purtroppo quest’anno ho scelto di non assicurarmi, una decisione che può apparire non saggia, considerando che il clima è mutato e fenomeni atmosferici colpiscono ormai in maniera violentissima. Ma, visti i prezzi pagati per i prodotti e il costante aumento dei costi, un’azienda agricola per avere un minimo di reddito a volte è costretta a rischiare”.

La Cia denuncia il grave momento di difficoltà delle aziende, con il maltempo che è un disastro nel disastro in questa annata agraria da conti in rosso. “Non è possibile – spiega Stefano Calderoni, presidente di Cia Ferrara – che un’azienda agricola si trovi, nel 2019, a dover scommettere con i fenomeni atmosferici come si faceva 50 anni fa, perché non può permettersi l’assicurazione, uno dei pochi strumenti che ci tutelano. Siamo di fronte a una situazione gravissima, certamente per i danni che stanno subendo in queste ore le aziende colpite dall’ultima fortissima grandinata, ma soprattutto perché un intero settore non riesce a fare reddito e quindi rischia seriamente il default. Tra mancata produzione e i prezzi oltraggiosamente bassi pagati per frutta e cereali, qui si rischia di chiudere. Posso tranquillamente dire che i produttori del territorio sono arrabbiati, perché il mercato non distribuisce il valore in maniera equa lungo la filiera, sottostimando ii loro prodotti, il loro impegno e gli investimenti fatti per innovare le aziende. Penso, ad esempio, a chi ha investito in un frutteto negli ultimi anni. Abbiamo calcolato che i costi medi per produrre un ettaro di frutta sono: manodopera circa 7.500 euro; mezzi tecnici 1450 euro; assicurazione 750 euro, tasse 1350 euro e poi altre voci per ammortamenti e la manodopera familiare, per altri 6.000 euro. Si arriva così a una cifra che si aggira intorno ai 17.000 euro. Con gli attuali prezzi pagati per pere, mele, albicocche e pesche è impossibile anche solo pareggiare il conto”.

L’associazione fa un appello alle banche del territorio perché sostengano le aziende agricole in questa fase di profonda crisi.

“In questo momento molto difficile – conclude Calderoni – facciamo un primo passo per sostenere le aziende, chiedendo alle banche del territorio di posticipare i mutui di almeno un anno alle aziende in grave difficoltà. Non si tratta di chiedere sconti o favoritismi ma credo che tra aziende, che spesso sono clienti “storici”, e banche possa esserci una sorta di “patto di solidarietà” per la tenuta dell’intero tessuto economico ferrarese. Perché non dimentichiamo che l’agricoltura crea valore, occupazione e sviluppo e non si può lasciare che affondi”.

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