“Quasi cinque mesi per una risposta in cui non compare un’assunzione di responsabilità ma si declinano i motivi per non agire finanziariamente mi paiono tanti, soprattutto dato che l’allarme è reale e riguarda un comparto, come l’agricoltura, cui lo stesso Governo dice di guardare con attenzione”. La senatrice del Pd Paola Boldrini non è soddisfatta né dei tempi, né dei contenuti della risposta ricevuta alla propria interpellanza, recapitata lo scorso febbraio al ministro delle Politiche Agricole e Forestali Gian Marco Centinaio.
Interpellanza in cui, accogliendo l’allarme di Confagricoltura – che paventava il danneggiamento del comparto, il depauperamento della fauna, il rischio idrogeologico e la mancanza di sicurezza per gli operatori dei mezzi -, chiedeva la destinazione di ulteriori risorse rispetto a quelle predisposte dalle Regioni che, come l’Emilia Romagna, tra le prime, si erano comunque dotate di un piano.
Chiamando in causa la responsabilità delle Regioni in materia di risarcimento danni e l’articolo sulle “disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”, il Governo ha risposto di ritenere che “siano state poste in essere azioni importanti per contrastare il fenomeno”. Seppure annuncia che un ‘Piano nazionale di gestione della Nutria’, sarà sottoposto al parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano e che “l’eventuale possibilità di individuare fondi statali destinati ad agevolare l’attuazione dei piani di controllo della nutria dovrà essere valutata in relazione alle diverse priorità di intervento nonché alla sua compatibilità con le esigenze di finanza pubblica”.
“Di fatto – chiude Boldrini – significa solo che ad oggi nulla si pensa di fare per aiutare economicamente. E lo si poteva dire cinque mesi fa. Confido nel piano annunciato, ma ricordo che l’emergenza, soprattutto in territori come il nostro, è reale” .
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