Quanto è imparziale l’Università di Ferrara e quali danni arreca ai giovani ricercatori? Sono le perplessità manifestate da Ilaria Baraldi, consigliera comunale ed ex segretaria del Pd, sul caso dell’assessore Andrea Maggi, che da giornalista in pensione è diventato ‘magicamente’ ricercatore all’ateneo estense.
“Che l’Università avesse preso una direzione chiarissima, assai lontana dalla imparzialità che ci si aspetta da un centro di produzione di conoscenze e saperi, è cosa arcinota, di molti mesi fa – riferisce Baraldi -. Da fuori la si può guardare con attonito e doloroso stupore, ma poco più. Ora, bene che dall’Università stessa si levino voci dissonanti“, come quella del costituzionalista di Unife Roberto Bin che ha presentato un esposto alla procura della Corte dei Conti.
“Due però sono gli elementi che coinvolgono tutti – prosegue l’esponente dem -. Il primo: che assegni di ricerca vengano dati a un pensionato che non produce alcuna ricerca anziché a ricercatori meritevoli è un danno per tutta la società, non solo per l’università. Il secondo: che dall’università sia germogliata una lista civica alla cui testa era colui che si occupava di fatto della comunicazione dell’ateneo, oggi assessore (non ho letto nulla a proposito, ma immagino abbia già rinunciato all’assegno di ricerca e si sia autosospeso da qualsiasi ruolo in università), consente e impone un giudizio sull’opportunità politica di tale condotta, al di fuori delle aule universitarie”.
Mentre il collega in consiglio Davide Bertolasi prepara i popcorn e l’ex candidato sindaco Aldo Modonesi non ha “nient’altro da aggiungere”, Adam Atik, capogruppo di Coalizione Civica, considera una “cosa estremamente triste sottrarre ad un giovane ricercatore un assegno di ricerca in più” e l’ex consigliere della Provincia Mario Castelluzzo ironizza sul “nuovo avanza a passi velocissimi”.
Concetto ripreso dal consigliere Simone Merli – “Tutto normale? che storia, il cambiamento” – mentre Davide Nanni, candidato consigliere comunale Pd ed ex segretario del circolo Centro Cittadino, allarga lo sguardo oltre: “Il mondo dell’Università italiana ci ha abituato da tempo a situazioni di questo tipo, situazioni che non fanno altro che favorire la fuga dei ricercatori più giovani e in gamba dal nostro Paese. Mi chiedo perché le accuse gravissime e circostanziate a Maggi non siano emerse già nel 2016: qua la politica non c’entra nulla, c’entra invece l’omertà di un intero corpo accademico che per non creare disturbi al proprio quieto vivere tollera situazioni intollerabili. Non solo a Ferrara, sia chiaro”.
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