Attualità
22 Giugno 2019
Finisce 2-2 la ‘partita dell’anno’ nella giornata di sport, amicizia e aggregazione per i detenuti della casa circondariale di Ferrara

Il calcio che unisce nel carcere dell’Arginone

di Redazione | 2 min

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(foto di archiivio)

di Matteo Bellinazzi

Si rinnova l’incontro di calcio e amicizia tra i detenuti del carcere di Ferrara e la formazione amatoriale della compagnia di Corlo, che milita nel campionato Csi. La novità di quest’anno è il progetto Galagol, che ha reso possibile formare una vera squadra all’interno del penitenziario che si è allenata per due volte a settimana in vista di questo appuntamento, che va a coronare il progetto.

“Vanno ringraziati l’ex assessore Merli che si è interessato per rendere possibile questa idea e la Spal che ci ha donato varie attrezzature – dichiara la comandante Annalisa Gadaleta, Commissario Capo del penitenziario–. Insieme alla dottoressa Nicoletta Toscani, la direttrice del carcere, e alla dottoressa Onofri, responsabile dell’area educativa, abbiamo potuto dare inizio a questa attività accolta con grande entusiasmo dai detenuti e che speriamo di poter continuare anche il prossimo anno”.

Sono una quarantina i componenti della squadra, di varie nazionalità e di età che varia dai 20 ai 45 anni, che si sono confrontati in due tempi da 30 minuti l’uno nella ‘partita dell’anno’ (finita 2 a 2) con il gruppo di Davide Fratini, responsabile della compagnia di Corlo, che si dice “onorato di far parte di un progetto in cui credo molto. Fondamentale, non solo per l’attività fisica, ma soprattutto per l’aggregazione che si crea con uno sport di squadra. Stando in gruppo questi ragazzi possono confrontarsi e gli aiuta nel loro processo di recupero”.

“Molti di loro non si conoscevano e hanno formato dei legami–continua Jacopo Govoni, allenatore e giocatore dei Galagol–. Dal 7 Febbraio abbiamo cominciato ad allenarci con grande intensità e impegno. Io alleno le giovanili del San Luca, società che ha a cuore progetti sociali come questo, quando è arrivata la proposta per questo progetto ho accettato con gioia”.

“Ringraziamo l’amministrazione che ci ha dato l’opportunità di allenarci e giocare–dicono Kone, Hamza e Giovanni, alcuni detenuti del carcere–. In questo modo possiamo sfogarci, fare gruppo e condividere momenti insieme. Aver contatti con l’esterno, inoltre, è sempre utile per prepararci alla vita una volta usciti”.

Al termine della partita l’immancabile terzo tempo con il buffet preparato dalla squadra ospite per concludere la mattinata sportiva.

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