Notte Rosa, parte la campagna di promozione
Parte la campagna di affissioni di manifesti della Weekend Dance in Romagna previsto per l'edizione 2024 della Notte Rosa, dal 5 al 7 luglio
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Nelle giornate del 16, 17 e 24 marzo si sono svolti importanti lavori di riordino del deposito principale della Casa Museo Remo Brindisi. Grazie alla collaborazione dell'Associazione di Volontariato di Protezione Civile "Trepponti" di Comacchio, con l'intervento operativo e competente dei volontari del Nucleo Beni Culturali, parte dell'Associazione stessa, è stato possibile riorganizzare l'intero spazio con il contenuto
Programmare interventi per ridurre l'insabbiamento del canale Gobbino (Ferrara) ed evitando così l’erosione della costa. È la richiesta di Marco Fabbri (Partito democratico) che ha presentato un’interrogazione in Regione
Aveva appena ottenuto la conversione della detenzione dal carcere ai domiciliari con la motivazione che doveva assistere il figlio tetraplegico. Ma una sera ha deciso di uscire con moglie lasciando il giovane disabile da solo in casa
Sabato 30 marzo riaprono gli uffici informazione e accoglienza turistica dei lidi di Comacchio e resteranno aperti al pubblico anche a Pasqua
Comacchio. Assenza di fenomeni di inquinamento e della microalga Ostreopsis ovata, diminuzione della presenza delle “Noci di mare”, monitorata la presenza in aumento di tartarughe marine e di tursiopi: questi gli esiti più importanti dei rilievi effettuati nel 2018 dalla Struttura Oceanografica Daphne di Arpae Emilia-Romagna nelle acque marine dell’Emilia-Romagna le cui condizioni si presentano quindi generalmente buone.
I periodici controlli effettuati nell’acqua, nei sedimenti e negli organismi (pesci, molluschi) non hanno registrato nessun caso di inquinamento. A seguito di un piano di sorveglianza dedicato si evidenzia anche per il 2018 l’assenza della Ostreopsis ovata, una microalga presente nel periodo estivo lungo gran parte delle coste italiane, fatta eccezione per le regioni del nord Adriatico (Veneto ed Emilia-Romagna).
Importante la diminuzione rispetto al 2017 della presenza del ctenoforo Mnemiopsis leidyi (detto anche “noce di mare”), che nutrendosi di larve e uova di pesce, può creare indirettamente danni al settore della pesca e a quello della venericoltura (coltura delle vongole).
I rilievi delle condizioni delle acque marine hanno confermato la forte dipendenza dell’ecosistema marino dall’entroterra. Infatti, gli eventi eutrofici registrati nel 2018 sono stati conseguenti agli abbondanti apporti fluviali, in particolare del Po: il Grande Fiume ha registrato una portata media di 1.540 mc/sec, quasi raddoppiata rispetto ai 875,5 mc/sec del 2017. Rilevati episodi di ipossie tra luglio e agosto nell’area settentrionale della costa e di aggregati mucillaginosi nella zona centrale nello stesso periodo, risolti con le mareggiate di agosto.
“Il mare Adriatico – afferma l’assessora regionale all’ambiente Paola Gazzolo – è un’area di grande importanza per la nostra regione, a cui dedichiamo una sempre maggiore attenzione per garantire la qualità ambientale e la biodiversità. La Regione sta portando avanti una strategia complessiva di sviluppo sostenibile, basata su politiche integrate sempre più attente ed efficaci: la politica sull’economia circolare, quella per l’adattamento e la mitigazione del cambiamento climatico, l’attenzione al tema dei rifiuti e della plastica in mare (con gli accordi con le Capitanerie di porto che mi auguro anticipino gli attesi interventi normativi nazionali), la corretta gestione della depurazione delle acque. Con competenza, professionalità e trasparenza la Regione pone grande attenzione da più di 40 anni allo stato del mare e dell’area Adriatica: è un investimento che dobbiamo continuare, per migliorare sempre di più la qualità di questa risorsa preziosa per tutti”.
“I dati – continua il direttore generale di Arpae Emilia-Romagna, Giuseppe Bortone – confermano che il mare Adriatico è un ambiente delicato, per la cui tutela sono necessarie strategie che vadano al di là dei confini regionali (pensiamo ad esempio al cambiamento climatico, che ha indubbiamente un’influenza sull’ambiente marino-costiero) e coinvolgano le comunità e gli operatori economici del territorio nei diversi settori. Con l’integrazione della struttura che si occupa dello studio e del monitoraggio delle acque di transizione della Sacca di Goro nella Struttura oceanografica Daphne diamo un ulteriore contributo alla costituzione di un unico punto di elevata competenza, riconosciuta anche a livello nazionale, in quanto Arpae è capofila dell’area Adriatica per la Strategia marina europea”.
“Le uniche criticità rilevate nelle condizioni del mare nel 2018 – spiega la responsabile della Struttura oceanografica Daphne di Arpae, Carla Rita Ferrari – sono legate agli abbondanti apporti di acque dolci da parte dei fiumi, che hanno innescato alcuni fenomeni eutrofici con presenza di macroalghe ai primi di agosto nella zona centrale della costa, a ridosso della battigia. Nel 2017, anno in cui abbiamo registrato scarsi apporti idrici da parte dei fiumi, le condizioni del mare erano ottime, a ulteriore conferma della stretta correlazione del sistema Padano-Adriatico. Circa la presenza delle mucillagini, è da ribadire ancora una volta che si tratta di un fenomeno non legato a fattori inquinanti: questi aggregati sono “zuccheri” prodotti da microalghe. Infatti, i controlli effettuati non hanno registrato casi di inquinamento, sia nell’acqua sia nei sedimenti. In calo la presenza di Mnemiopsis leidyi, ctenoforo simile alle meduse, che potrebbe creare dei problemi all’ecosistema marino e in particolare al settore della pesca, per cui viene costantemente controllato”.
Da segnalare anche i dati di monitoraggio della presenza di tartarughe marine e delfini. Nel primo caso nel 2018 sono state recuperate lungo la costa emiliano-romagnola 216 tartarughe, di cui 179 morte e 37 vive. Le tartarughe vive sono state ospedalizzate e successivamente liberate dalla Fondazione Cetacea Onlus di Riccione. Le testuggini marine che frequentano l’alto Adriatico sono più numerose di quanto si sia sempre ipotizzato. La loro presenza appare in aumento: è probabile che ad attrarre questi rettili in questa area di mare sia da un lato la scarsa profondità (che richiede minor dispendio di energie per raggiungere il fondale ove possono predare crostacei e molluschi), dall’altro l’abbondante disponibilità di cibo; per quanto riguarda invece i delfini, nel corso dell’anno nell’area ravennate fino al Delta nei mesi da giugno a settembre sono stati rilevati e identificati 678 individui, presenza in aumento grazie alla grande disponibilità di pesce azzurro e dell’intensificazione delle azioni di tutela di questa specie protetta.
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