Roberto Pazzi e Ranieri Varese hanno recentemente proposto “il recupero alla memoria della città della figura di Nino Barbantini, autore non solo dell’allestimento della Palazzina della Marfisa, ma anche della organizzazione e dell’ordinamento della mostra della Pittura ferrarese del Rinascimento del 1933”.
Nell’associarmi alla richiesta di Pazzi e di Varese vorrei ricordare che Nino Barbantini (Eugenio all’anagrafe) non fu soltanto un grande e poliedrico operatore culturale (come si direbbe oggi), ma anche un uomo d’azione di tutto rispetto.
Nel corso della prima guerra mondiale si arruolò infatti nel Battaglione Volontari Alpini “Feltre-Cadore”, dove incontrò un altro personaggio molto legato alla realtà ferrarese: Edgardo Rossaro, al quale il Comune di Bondeno – su iniziativa del Gruppo Alpini di Ferrara, all’epoca guidato dal Gen. Pier Luigi Cavallari -intitolò una via.
E grazie a Lucio Scardino vide la luce l’autobiografia di Rossaro, pubblicata per i tipi della casa editrice ferrarese “Liberty House”.
Spero vivamente che, dopo l’appello di Pazzi e di Varese, Ferrara voglia ricordare un suo illustre figlio, che tanti meriti ebbe nel campo dell’arte e della cultura.
Molte vie sono state intitolate a personaggi obbiettivamente minori, che certamente non hanno raggiunto la fama e la notorietà di Barbantini.
Perchè non dedicargli finalmente un convegno, una via, un edificio pubblico o un’istituzione culturale?