Attualità
7 Giugno 2019
Doppio spettacolo per il Centro Perez e gli alunni dei corsi di operatore meccanico, magazzino e punto vendita

Giovani attori crescono alla Città del Ragazzo

di Redazione | 2 min

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Si è concluso a teatro l’anno scolastico 2018/2019 per il Centro studi Opera Don Calabria di Ferrara, conosciuto come Città del Ragazzo. Come da tradizione, Antonio Marchini e Giuseppe Sarti, alla guida del timone di questa realtà, hanno voluto ringraziare tutti i volontari e gli amici più cari che da anni si impegnano a prestare il loro servizio con umanità e dedizione per la crescita e il miglioramento dell’istituto e hanno annunciato alcuni cambiamenti organizzativi e responsabilità importanti nel centro.

Al termine del lauto banchetto di benvenuto, il regista teatrale Massimiliano Piva coadiuvato da Alessia Veronese ha dato il via alla prima delle due rappresentazioni previste per la serata.

Eccitazione e gioia hanno accompagnato gli “attori speciali” del Gruppo Bariolé del Centro Perez durante il primo spettacolo “Che belle le persone”, frutto di un lavoro certosino che ha impegnato i suoi protagonisti per l’intero anno.

Attraverso un’ironia ardita e sottile, la disabilità si pone al centro del messaggio lanciato agli spettatori. Sfruttare la propria disabilità vuol dire offrire ai “bipedi” nuovi punti vista con i quali guardare la realtà, definita meramente “normale” e troppo conforme alle regole della società. I “portatori sani di un nuovo sguardo sul mondo” come si definiscono, sentono l’importanza del loro compito, dedito al dialogo e alla costruzione di ponti e di rampe… fisici ed emotivi.

Il secondo spettacolo “Tante maschere e pochi volti”, esplicito richiamo alla memoria pirandelliana, è stato messo in scena da alcuni alunni dei corsi di operatore meccanico, operatore magazzino e operatore del punto vendita.

La violenza contro le donne, il bullismo, la solitudine di chi vive in un mondo virtuale, dove un like è più importante di una stretta di mano o di una pacca sulla spalla, sono state solo alcune delle tematiche sviluppate dai giovani attori. Tra battute incalzanti e lunghi silenzi esortanti alla riflessione, l’adolescenza è stata portata alla luce in tutte le sue sfaccettature. Un’età molto difficile da spiegare per chi la vive e per chi l’ha già vissuta, affascinante e contraddittoria, l’età che sorprende ogni giorno, il sottile limbo della vita in cui non si è più bambini e non si è ancora adulti.

Il sipario bianco si è chiuso con lo scrosciante applauso da parte del pubblico e l’emozione di tutti i commedianti che hanno partecipato attivamente e con entusiasmo al laboratorio di teatro che la Città del Ragazzo promuove ogni anno con grande orgoglio. Ancora una volta il metodo Cosquillas, ideato e divulgato in tutta Europa da Massimiliano Piva e da Alessia Veronese, diventa lo strumento necessario per favorire l’integrazione sociale e l’abbattimento delle barriere architettoniche e comunicative.

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