Spettacoli
4 Giugno 2019
Affidato alla compagnia residente al Teatro Comunale e diretta dalla ferrarese Francesca Pennini l’evento di chiusura della mostra a Palazzo Diamanti

Le “Bestie pallide” del Collettivo Cinetico chiudono la mostra “Boldini e la moda”

di Redazione | 3 min

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Chiusura di mostra fuori dagli schemi per “Boldini e la moda” domenica sera, 2 giugno, nel cortile di Palazzo Diamanti; ma non poteva essere altrimenti visto che c’era lo zampino di Francesca Pennini e del suo Collettivo Cinetico.

Grazie alla collaborazione fra le due fondazioni, Ferrara Arte e Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, la performance site specific “Bestie Pallide. Una collezione di silfidi, scozzesi e altri grandi ungulati” della compagnia Collettivo Cinetico, diretta da Francesca Pennini, ha chiuso la mostra dell’artista ferrarese che nella Parigi fin de siecle ha anticipato gli influencer contemporanei.

“Bestie pallide” è tratta da “Sylphidarium Maria Taglioni on the ground” – Premio UBU 2017 come Miglior Spettacolo di Danza – nel quale si intrecciano la fisicità di Maria Taglioni, intorno alla quale è stata costruita la Silfide primigenia, i corpi dei danzatori in scena, portatori delle loro biografie di performer, e una riflessione sul corpo ideale del danzatore e sul lavoro di modellamento che viene richiesto a chi danza da professionista.

Anche in “Bestie pallide” il corpo è al centro, letteralmente, dato che la scena bianca si trova tra due attaccapanni zeppi di diversi abbigliamenti, come nel backstage di un appuntamento della fashon week. Allo stesso tempo, però, diventa anche strumento di un’analisi scanzonata e ironica sui nessi tra danza e moda: la pièce cerca la complicità del pubblico nel decifrare il ‘dress code’, la partitura scandita dai costumi, in un gioco di riflessi che si ricollega al modus operandi di Boldini e al nesso strettissimo che stabiliva tra l’abbigliamento, il corpo dei modelli e lo sguardo del pubblico.

Il risultato è una coloratissima sfilata di moda in cui si fondono mise visionarie, movimento e musica: un campionario infinito di Tartan, di costumi candidi, di passamontagna, di estremità zoomorfiche e tute nere in latex, mentre la musica di Francesco Antonioni dialoga con le partiture di Chopin in un fluire ritmico. “Un viaggio in un mondo fantastico popolato da creature che risiedono in un limbo sospeso bianco”, come recita all’inizio della storia la voce fuori campo.

Da una parte la figura di Giovanni Boldini, influencer e ritrattista delle celebrities della Parigi fin de siecle, accanto a un modello John Galliano per Christian Dior. Dall’altra, Pennini e il suo Collettivo, che non sono nuovi ai ‘tentativi’ di portare la danza fuori dal teatro e di ‘abitare’ in maniera nuova e inusuale luoghi della cultura e spazi del quotidiano. Seduti sul prato del cortile d’onore del palazzo rinascimentale o sulle panchine della loggia colonnata, arrivati appositamente o rimasti dopo la visita alla mostra perché incuriositi dagli strani esemplari in scena, i numerosi spettatori di domenica sera sono – anche – una testimonianza che valorizzare i luoghi di cultura, rispettandoli, non implica mantenerli distanti ed eternamente uguali a sé stessi, ma significa frequentarli il più possibile, viverli e vivificarli con tutti i linguaggi e le espressioni della contemporaneità.

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