Lettere al Direttore
23 Maggio 2019

Incivile Salvini che bacia il rosario

di Redazione | 2 min
In un comizio milanese Salvini bacia il rosario.
L’assenza di un credo, sia esso laico o religioso, l’assenza di speranza, sia essa laica o religiosa, spinge inesorabile verso forme di feticismo, anche di uso feticista di simboli della religiosità. Così come l’assenza di carità spinge verso l’intolleranza, in particolare verso i più deboli e indifesi.

Quando Cesare si erge abusivamente a interprete della religione diviene pagano e antireligioso. Il sovranismo religioso è un pericolo civile per tutti, per laici e credenti.

L’etica della speranza, che è anche l’etica della responsabilità per molti credenti, si declina nella sfera mondana nelle parole del Vangelo: con fede e carità verso gli ultimi, malati, carcerati, poveri, migranti.

Queste riflessioni mi vengono dopo avere visto Salvini usare strumentalmente il rosario in un pubblico comizio.

Proprio noi radicali, laici e anticlericali, noi che per rispetto dello Stato laico riteniamo sbagliato l’insistere nel mantenere i simboli religiosi negli edifici pubblici, che a nostro avviso devono essere nelle persone e non sui muri; proprio noi che celebriamo ogni anno il XX settembre 1870 come data della fine del potere temporale e che plaudiamo a quell’evento in quanto foriero di liberazione della religiosità; proprio noi possiamo sviluppare una riflessione su questo tema.

Per questo proprio noi, forse più di altri, possiamo denunciare l’inciviltà di chi impugna un simbolo religioso come il rosario per fini politici e persino elettorali. Il nostro anticlericalismo non è antireligioso ma al contrario è pervaso di religiosità laica: la religione della libertà di cui parlava Benedetto Croce nella Storia d’Europa.

Mario Zamorani, +Europa

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