da sinistra: Mantovani, Morace, Roi, Guatteri, Fochi, Marcucci
di Davide Soattin
“Noi non abbiamo le stesse percezioni del Pd e nemmeno l’idea del pericolo nero della Lega. Sia chiaro, non sono tutti poveri che scappano dalla guerra, ma nemmeno tutti spacciatori e criminali”. Si è aperta così, con le parole del candidato sindaco Tommaso Mantovani, la serata dibattito organizzata dal Movimento Cinque Stelle sul tema della sicurezza, momento di confronto tra diverse figure con esperienza in campo politico e giudiziario.
A partire dalla testimonianza di Ezio Roi, ex pretore della Repubblica: “La sicurezza nasce e vive dove c’è un reticolo di legalità, ossia dove è presente lo Stato sul territorio. Il problema dell’illegalità non è l’immigrazione. Anzi, quest’ultima viene spesso ingigantita appositamente dai nostri politici, che si limitano semplicemente a fare propaganda senza pensare a cosa serve per riportare la legalità. A mio avviso, il problema primario da affrontare è quello della giustizia sociale, che ci dovrebbe aiutare a eliminare la genesi della criminalità sul nostro territorio”.
“Inoltre – ha proseguito Roi – sono convinto che solo la presenza di un agente di forza pubblica in strada possa aiutare a rendere più sicuro il cittadino e a dissuadere qualche furbetto da commettere certi reati. In questo modo, credo sia fondamentale organizzare in modo migliore eventuali servizi di prevenzione sia di giorno che di notte. A noi cittadini, i poliziotti servono sulle strade e non negli uffici”.
Una necessità che concretamente si può senz’ombra di dubbio rispecchiare con la situazione di degrado che da diverso tempo si respira in Gad, collegata al tema della mafia nigeriana, protagonista assoluta della riflessione di Domenico Morace, che in un qualche modo ha voluto sottolineare come il vero problema, a differenza di quanto si possa pensare, parli la nostra stessa lingua e sia ormai radicato in tutta la Penisola da decenni.
“Ora va di moda la mafia nigeriana – ha spiegato l’attivista delle Agende Rosse di Salvatore Borsellino -. Certo, esiste ed è attiva nel traffico di stupefacenti, di esseri umani e di organi. Un’organizzazione violenta e feroce, ma che non regge per nulla il confronto con quella che è la ‘Ndrangheta, associazione criminale più pericolosa al mondo, finanziariamente una delle più potenti, capace di poter comprare e corrompere chiunque”.
Ma non è solo Ferrara a convivere con questo tipo di problematiche. La criminalità, lo spaccio e l’insicurezza infatti, come un filo rosso lungo più di cento chilometri, legano il capoluogo estense a un’altra città emiliana: Reggio Emilia. A raccontarlo è stata Alessandra Guatteri, che da consigliere uscente nella stessa Reggio e da candidata per il Movimento al parlamento Europeo, ha ben evidenziato come “la sicurezza vada affrontata secondo tutti gli angoli visuali possibili e non vada solo trovato un capro espiatorio, in questo caso il richiedente asilo, che nella maggior parte dei casi è visto solo come un business”.
Da un candidato alle elezioni europee a un altro, dopo l’intervento dell’attivista Gad Lorenzo Marcucci, il compito finale di chiudere i lavori è spettato a Claudio Fochi, esponente dei pentastellati ferraresi in corsa per una poltrona a Bruxelles, che ha messo in mostra un’ulteriore faccia delle organizzazioni criminali: “Le mafie si sono inserite con prepotenza anche nel gioco d’azzardo lecito, riciclando denaro. Lo fanno facilmente, è redditizio per loro e ha meno visibilità. Per rendere realizzabile ciò, le mafie stanno assoldando professionisti di grande valore e ingegneri informatici, che con software appositi riescono ad aggirare i canali di comunicazione fra le slot e i monopoli di Stato”.
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