“Ho deciso di sottoscrivere il manifesto politico ‘Una città a colori’ perché credo sia importante educare i giovani al rispetto delle diversità e perché una vittima di violenze, qualsiasi sia violenza. Anzi, dico di più: bisognerebbe inserire l’odio di genere tra le circostanze aggravanti previste dall’articolo 604 ter del codice penale”. Con queste parole il candidato sindaco per la lista Italia in Comune – Ferrara Concreta Alberto Bova firma il manifesto che le associazioni Lgbt ferraresi hanno, il 17 maggio, sottoposto ai candidati sindaco in vista delle amministrative del 26 maggio.
All’incontro (e alla firma) oltre a Bova hanno partecipato anche i candidati Aldo Modonesi, Andrea Firrincieli, Roberta Fusari e Tommaso Mantovani.
“La scuola – continua Bova – è il luogo ideale all’educazione ed è evidente si debba iniziare da lì per educare al rispetto delle diversità: l’amministrazione comunale deve favorire la formazione degli insegnanti”.
Tra le richieste di Arcigay Ferrara, ArciLesbica Ferrara, Agedo Ferrara e Famiglie Arcobaleno Ferrara anche il mantenimento del tavolo Pico (Protocollo di intesa per la definizione di azioni, strategie di intervento e di contrasto all’omotransnegatività): “Credo che i momenti di confronto e discussione siano necessari – evidenzia Bova – e l’assessorato alle Pari Opportunità in questi anni ha fatto un ottimo lavoro ma bisogna migliorare in quantità e qualità di intervento”.
“Rimango perplesso che ci dobbiate chiedere questo – evidenzia Bova in merito alla richiesta delle associazioni Lgbt di dotare le strutture sportive comunali di porte, separé o tende per salvaguardare la privacy di quanti sarebbero discriminati per motivi legati alla propria identità di genere – sono cose elementari, chiedete interventi che dovrebbero essere già presenti”.
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